Napoli- Roberto Saviano si sentì in dovere, nel 2012, di leggere “Nel nome dello zio”; «…pubblicazioni che raccontano di certi temi e di certe zone. Ma presto il dovere critico è svanito e le pagine mi hanno annodato a loro. L’ho letto voracemente» spiegava Saviano. Stefano Piedimonte ha raccontato a tutti cos’è la Camorra, ne ha svelato i lati più ridicoli. Cosa quegli uomini sono in grado di fare. Gesti inumani, pensieri e parole distorte.
Pordenone- Oggi, un anno dopo, Stefano Piedimonte, a trent’anni pubblica con Guanda editore, il suo secondo romanzo. Al festival del libro, “Voglio solo ammazzarti“, sarà presentato al pubblico il 21 settembre alle 21.
La trama- Siamo a Poggioreale, in galera. Lì è detenuto un pericoloso boss camorrista. È lo Zio. Protagonista del precedente romanzo. Si trova lì perché è stato “cantato“. Venduto. Qualcuno ha fatto il suo nome alle forze dell’ordine. Ora lo Zio deve evadere, si fa aiutare da due “bravi guaglioni“. Ce la faranno. Arriveranno a Milano. Ecco il colpo di scena, una vicenda che stravolge lo scorrere piacevole dei fatti. Chi ha intorno? Chi c’è dietro tutto questo? Ecco spuntare nomi e indizi che fanno tremare la sua coscienza. Cos’è diventata la fiducia?
L’autore- Stefano Piedimonte, dottore in Lingue e Letterature Straniere, ha conseguito gli studi all’ateneo partenopeo napoletano Orientale. Redattore per il Corriere del Mezzogiono. Oltre la Campania e l’amore per Napoli, lo lega a Saviano un profondo rispetto. Reciproco. Nel corso di un’ intervista, ci ha spiegato che questo «romanzo è interamente inventato. Tutti i personaggi sono frutto di fantasia». Alla domanda se c’è un filo conduttore che lega il suo lavoro a quello di Saviano, Piedimonte ha risposto: «Io e Roberto, abbiamo due approcci diversi al mondo della scrittura. Lui all’interno dei suoi racconti, riporta la realtà dei fatti attraverso articoli, inchieste, fascicoli, documenti e dichiarazioni realmente accadute. Il mio è un lavoro di fantasia; racconto storie di tutti ma allo stesso tempo di nessuno».
L’Italia e l’editoria, deve ringraziare il lavoro realizzato da Roberto Saviano. I suoi tre libri, il film. Gomorra. La bellezza e l’inferno; Zero Zero Zero. «Prima di questi best-sellers – termina Piedimonte – i libri che trattavano l’argomento “criminalità organizzata” restavano invenduti sugli scaffali delle librerie. Roberto Saviano è stato la svolta».