Tra le new entry di questa fashion week milanese bisogna segnalare la passerella – svolta di Versace. Nuova direzione per Donatella che questa volta attinge dal guardaroba punk, dall’attitude più ribelle e anticonformista, dando vita a un nuovo stile chiamato appunto “Vunk” dove la “V” di Versace indica il nuovo cammino della Medusa. La protesta riguarda il maschilismo. Donatella accoglie le grida delle donne più audaci che esprimono, con la forza dei tagli e i tessuti questa volta decisamente strong, la libertà, l’indipendenza e persino la rabbia verso tutto ciò che non ha. Ecco così l’uso del vinile lucido, della seta, del tartan abbinato alla pelle borchiata, ed ecco anche quei lunghi cappotti di derivazione militare abbinati a miniabiti o a vestiti superaderenti. Il leitmotiv è chiaro, fin dalle prime uscite: vietato trattenersi, obbligo farsi sentire. Così le donne di Donatella si preparano al prossimo autunno, non rincuniando a un capo must come la pelliccia, questa volta presentata in un’inedita tonalità gialla. La sera il dikat resta quello da femme fatale: provocare, prima di tutto, con il modo di essere completato da abiti lunghi neri con spacchi vertiginosi.
Sembrano giornate di omaggio alla pelliccia, in tutte le sue declinazioni. Sulla pedana di Ermanno Scervino, accompagnate dalle note di “Shine bright like a diamon” (Rihanna) sfilano maniche e colli di pelliccia da indossare con foulard di seta, in chiave Anni 50. Ma è il bagliore il vero protagonista di questo show: Scervino illumina le falcate dei suoi outfit con applicazioni di Swarovski su tagli maschili interpretati nella loro veste più sensuale. Le maglie sono lavorate con minuziosi ricami, l’organza e lo chiffon avvolgono invece le creazioni della sera, dove non mancano anche gli inserti in patchwork, flanella, pelle. Tutto ha i colori della luna e della notte: si passa da scale di grigio più intense a neri e blue profondi per poi dare spazio anche a un tocco di delicatezza in cipria.
Stupisce anche Etro, soprattutto per il suo immaginario stilistico, fedele nel tempo, che ha sempre puntato alla contaminazione di culture, al mix di paesaggi, a ricordi di viaggi e terre lontane. Anche se si scorge sempre l’anima della griffe, questa volta la chiave d’interpretazione va ricercata nel punk appeal. Così come per Versace, Etro eleva a icone sexy donne “guerriere” che dal punk ereditano soprattutto le alternanze di tante zip, cerniere, a cui non mancano però le varianti in stampe fantasy. Poche novità di tendenza, ma tante a livello di nuovo corso che mira a “svegliare” la forza delle donne, immaginandole quasi come armate di corazze e pronte a farsi posto nel mondo (del lusso, ovviamente).
Effetto armatura anche per la donna di Roberto Cavalli, costruita guardando all’alta artiginalità, da una parte, e alla fusione metallica di colori e tessuti dall’altra. Sfilano in pedana patchwork di pellicce, maglie in tweed, jacquard di velluto. Presenti all’appello anche le borchie dorate, uno dei dettagli più visti durante queste giornate milanesi.
Ornella Fontana