Una passione, quella per il giornalismo che l’ha portata a dirigere testate importanti come Cosmopolitan e Geo prima di approdare a Donna Moderna. Annalisa Monfreda è una giovane professionista, con tanto di gavetta già alle spalle, un trasferimento dalla provincia di Bari a Milano e da poco più di due anni e mezzo il compito di guidare la storica rivista edita da Mondadori.
Quali sono le difficoltà principali nel dirigere la redazione del settimanale femminile più venduto in Italia?
La difficoltà, ma anche il bello, è evolvere di continuo senza destabilizzare il lettore né tantomeno il gruppo di lavoro. Viviamo in tempi in cui ‘a star fermi’ si fa peccato perché tutto cambia rapidamente e bisogna essere pronti a cogliere il senso del cambiamento e a interpretarlo, a proporre nuovi contenuti e nuovi modi di veicolare il contenuto. D’altra parte però bisogna fare i conti con redazioni sempre più piccole e oberate di lavoro e lettori anche molto tradizionali. Trovare l’equilibrio tra conservazione e innovazione è la mia sfida quotidiana.
Annalisa, oneri e onori, perché in un periodo non facile per l’editoria, Donna Moderna continua a realizzare numeri importanti, insomma la risposta delle lettrici e dei lettori è un motivo di soddisfazione…
Donna Moderna fa questi risultati eccezionali perché non ha mai tradito il Dna del suo brand: è sempre rimasto un giornale di servizio e al servizio delle donne. Al contempo ha ampliato le declinazioni del suo brand, costruendo un sito di successo, comunicando attraverso i social, incontrando le lettrici negli eventi e adesso anche con una trasmissione tv, Donna Moderna Live. Chiaramente quel Dna è stato aggiornato. Se avessimo continuato a intendere il ‘servizio’ come in passato non avremmo di sicuro mantenuto queste posizioni di mercato: oggi sul web c’è un tutorial per ogni esigenza della vita di una donna. Ecco perché il nostro servizio si è spostato sul ‘far scoprire’ alle lettrici soluzioni e strategie che prima non conoscevano (e non avrebbero mai cercato sul web).
Qual è il complimento più apprezzato da quando sei alla guida di Donna Moderna?
Le email più belle sono quelle intergenerazionali: ventenni che mi scrivono di leggere il giornale assieme alla mamma e alla nonna. E che mi chiedono un consiglio per un colloquio di lavoro o per realizzare un loro sogno. Vuol dire che sentono me e il giornale molto vicini. Vuol dire che non ci vivono come semplice contenitore di informazione ma come un organismo vivo, capace di far sognare e di aiutare a realizzare i propri sogni.
Per Annalisa Monfreda, il giornalismo cosa rappresenta? E` un sogno realizzato, la tua identità o quasi una filosofia di vita?
Tutte le cose assieme. Sogno di fare la giornalista da quando avevo 8 anni (ho scoperto questa professione lavorando al giornalino scolastico) e ho iniziato a farlo seriamente all’età di 17 anni. È chiaro che mi identifico in questa professione. Anzi, credo di non saperne fare altre. Ciò non significa che farei la giornalista a tutti i costi: il tipo di giornalismo che amo è quello che ha un impatto positivo sulla società, è un giornalismo che aiuta a costruire, che produce e diffonde cultura. Ecco, se per una ragione o per l’altra non fossi più messa in condizione di fare questo tipo di giornalismo, sarei anche pronta a cercarmi un altro lavoro.
Quindi un domani non ti vedresti come direttore di un telegiornale nazionale?
No, non è il mio mestiere e neppure una mia ambizione.
Sei molto giovane, eppure ormai da anni dirigi testate importanti. Quali consigli ti senti di dare ai tantissimi ragazzi che vogliono intraprendere questa professione che rimane sempre una delle più ambite?
È un momento difficile per ‘entrare’ in questo mondo, che sta vivendo una delle sue crisi peggiori. Però non abbattiamoci: sono in crisi i giornali e non il giornalismo. C’è ancora tanto bisogno di informazione e sicuramente c’è spazio per quei giornalisti capaci di lavorare su tutti i canali, capaci di produrre video, testi, foto, di animare una community sui social. Insomma occorre avere la formazione più completa possibile.
Da ragazzina chi era il tuo “mito” del giornalismo?
Sono cresciuta leggendo Indro Montanelli e studiando quella capacità straordinaria di tradurre un pensiero complesso in parole semplici. Comprensibili anche a una liceale all’oscuro del mondo e che cercava maestri di giornalismo nelle colonne dei giornali.
Oggi quali sono le tematiche che ti stanno più a cuore?
Quelle sociali, innanzitutto. Io credo che il nostro compito sia andare a raccontare cosa sta dietro i numeri, le leggi, i sondaggi: raccontare le persone vere con onestà”.
E la passione per l’Africa da dove hai scritto molti reportage?
Sempre fortissima anche se non più predominante professionalmente. L’Africa ogni anno è la meta di un mio viaggio. La attraverso, la studio, la racconto perché penso che tanto nostro futuro arriverà da lì.
Accennavi alla trasmissione tv, visto che nelle scorse settimane ha debuttato su La5 Donna Moderna Live, un lifestyle show condotto da Lucilla Agosti. Come sta andando questa nuova avventura?
Sta andando molto bene! È un prodotto che ci ha sorpreso: non immaginavamo di avere in redazione figure così versatili e con una tale resa sul piccolo schermo!”
Da qualche mese sei anche direttore del settimanale “Starbene”, un’altra sfida?
Sì, un’altra bellissima sfida, specie perché già parte su più livelli: il web, la carta e anche dei servizi di vario genere. Mette alla prova la mia capacità di andare anche oltre il giornalismo.
Emilio Buttaro