Prendersi cura dei capelli non è solo un vezzo ma è una necessità innata della specie umana; basti pensare che in tutte le culture la capigliatura ha un profondo significato che va oltre le mode ed entra in un ambito più antropologico. Attraverso i capelli trova libera espressione il bisogno di essere riconosciuti. Sulla carta d’identità compare il colore dei capelli oltre che quello degli occhi. Vi sembra un caso? Ma perché i capelli cadono proprio in autunno e a volte anche in primavera? Sicuramente il cambio di stagione influisce molto sulla capigliatura. In questa sede, tuttavia, proverò a fare un discorso più olistico e simbolico che abbraccia varie discipline, come la Psicosomatica e l’antica Medicina Cinese.
Secondo la Medicina Cinese, i capelli sono associati al movimento metallo, all’autunno, ai polmoni, all’intestino crasso, alla secchezza, al sapore piccante, ai tessuti, ai peli, alla barba, al naso, all’olfatto e all’emozione della tristezza. Il metallo è duttile e si trasforma dallo stato solido a quello liquido. La caratteristica principale del periodo autunnale è proprio la trasformazione e, portando questo discorso sul piano psicofisico, in questa fase il nostro organismo elimina le scorie e quindi, simbolicamente, anche i pensieri nocivi. La tristezza ha pertanto una funzione importante perché ci permette di rallentare e di dedicarci a noi stessi, chiudendoci nel nostro guscio per poi schiuderci a primavera proprio come i fiori.
Se noi fossimo un albero (non un sempre verde ovviamente), i capelli sarebbero le foglie che cadono in autunno. Tutto nella norma, dunque, se non fosse che la vita troppo movimentata dei nostri giorni crea un confine netto tra noi e la natura imponendoci regole e ritmi che non ci appartengono dato che ci siamo evoluti seguendo i cicli stagionali. Di conseguenza un normale fenomeno, come la caduta dei capelli in autunno, potrebbe diventare patologico quando l’energia del Polmone (sempre secondo la Medicina Cinese) non è in equilibrio. Cosa molto usuale nella nostra epoca dove tendiamo a trattenere il respiro e non lasciar andare. Da qui la stitichezza e i malanni stagionali.
Per la Psicosomatica, i capelli incarnano una grande varietà di simboli: la forza, la sessualità, il pensiero e la propria identità come ho accennato prima ma pure i legami con gli altri e prima ancora con sé e con la propria immagine. Non è una casualità che si possono perdere anche i capelli a causa di un lutto. I capelli sono inoltre l’emblema della ciclicità dell’essere umano e della natura. Il capello ha un suo ciclo di vita: nasce, cresce e muore. Capirete che per prendersi cura davvero dei nostri capelli è importante partire da tutti questi concetti altrimenti la ricerca del loro benessere passerà sempre attraverso le mode del momento… e sarà effimera.
L’essere umano è un microcosmo specchio del macrocosmo, di conseguenza il corpo va considerato complessivamente e non come un insieme di segmenti valutati singolarmente. Ogni parte del nostro organismo, compresi i capelli, pur mantenendo delle caratteristiche uniche, vive in simbiosi con le restanti parti senza le quali non potrebbe esistere. Il corpo è energia che vibra e va visto nella sua totalità tenendo conto dell’ambiente in cui la persona vive e della ciclicità della natura che, volendo e nolendo, ci condiziona.
Capelli che cadono in autunno. I rimedi dell’aromaterapia
L’estetica olistica offre tutta una serie di rimedi per prendersi cura dei capelli soprattutto in autunno e in generale quando cambiano le stagioni, momento in cui l’organismo è più vulnerabile. Ma quali sono le materie prime che l’aromaterapia offre per la cura dei capelli? Per quanto riguarda gli oli vegetali sicuramente meritano di essere citati gli oli di cocco, di jojoba, di calopylla inophylla e di germe di grano. Gli oli essenziali invece sono diversi e vengono scelti in base alle caratteristiche del capello e alla problematica da risolvere. Sicuramente l’essenza di lavanda vera è un ottimo riequilibrante. Eccellenti contro la caduta autunnale anche gli oli essenziali di zenzero, di lemongrass, di ylang ylang, di timo, di incenso, di legno di cedro, di rosmarino vebenone…
N.B. Le essenze vanno scelte tenendo conto del discorso fatto in precedenza (caratteristiche strutturali della persona, periodo… problematica… situazione psicofisica…). Vi ricordo che gli oli essenziali non vanno applicati puri sulla pelle né sui capelli. Sconsiglio fortemente l’uso interno delle essenze.
(Articolo della dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista)