Quando ho scritto l’articolo sul baby blues, ho accennato che avrei redatto presto un pezzo sulla depressione post parto. Non è un tema facile da trattare. Una depressione di questo tipo si cura in modo integrato, con l’ausilio di medici ed operatori del benessere, che insieme lavorano per aiutare e sostenere il paziente/cliente nel delicato processo di guarigione. Quest’articolo, dunque, (è bene sottolinearlo) non si sostituisce ad una visita medica oppure a una consulenza con un naturopata, che a differenza del medico opera sullo stile di vita, leggendo – se ha un approccio psicosomatico – il linguaggio del corpo per capire cosa la psiche e il soma ci stanno comunicando attraverso la sindrome depressiva.
Questo articolo ha una finalità informativa su un argomento ostico che imbarazza le mamme e le famiglie, perché la depressione post parto nell’epoca dei social e del buonismo imperante è ancora un tabù. Non solo fa paura ma è considerata una sorta di capriccio della donna che dovrebbe, secondo i ben pensati, essere solo felice. E invece non sempre è così per due motivi sostanziali. Il primo è che anche in un momento di estrema felicità ci possono essere attimi di intensa tristezza per quel dinamismo degli opposti che caratterizza tutta la vita. La chiamo tristezza, in realtà la depressione post parto è una patologia che non deve essere in alcun modo trascurata. Il secondo motivo è tutto insito negli stravolgimenti ormonali e di vita che caratterizzano la donna diventata mamma. Per la prima o per la seconda o anche per la terza volta poco importa.
Normalmente la depressione post parto interessa tra il 10 e il 20 per cento delle neomamme e subentra tra il secondo e il terzo mese dopo il parto. Se non curata si propaga oltre sei o sette mesi cronicizzandosi con conseguenze a volte dolorose. I sintomi sono vari: insonnia grave, irritabilità, astenia, difficoltà a concentrarsi, disturbi alimentari, pensieri ossessivi, disinteresse verso il bambino e soprattutto un profondo stato di tristezza al quale si aggiunge la sensazione perenne di essere incapaci di prendersi cura del neonato. Questo sentimento di inadeguatezza nasce dal voler incarnare la mamma modello che si ha nella testa che spesso somiglia alla donna delle pubblicità di merendine in voga negli anni Ottanta e Novanta.
La tendenza deleteria al perfezionismo è una delle prime cause psicologiche della depressione post parto. Il corpo parla e ci racconta una storia che non è quella della gravidanza, dove tutto era in funzione dell’attesa e del riposo. Adesso i ritmi cambiano e non si può programmare ogni cosa come si faceva prima (atteggiamento tra l’altro nocivo in qualsiasi fase della vita) perché con un bambino piccolo l’imprevedibilità è una costante che va accettata. Dopotutto su questo pianeta niente è certo. Considerare la quotidianità come se fosse un’avventura è il primo passo per stare bene.
La mamma però non deve dimenticare la donna che si nutre di passioni e di interessi nel mondo. E allora è importante farsi aiutare senza però cercare un sostituto soprattutto con il bambino, coinvolgendo il papà ma ricordando che le madri siete voi, né i parenti (grandi dispensatori spesso di consigli non richiesti che fanno sentire la mamma incapace) e né il marito/compagno.
Alla neomamma, che resta sempre donna, dico: riposati e se non allatti al seno non sentirti meno donna di chi lo fa. Non siamo nell’epoca della pietra, non viaggiamo più con i cavalli. Il progresso è arrivato e accogliamolo con serenità e nella consapevolezza. L’allattamento materno è molto importante tuttavia se per un motivo o per un altro non ci riesci non fartene una colpa. E’ fondamentale la tua salute, in primis psicoemotiva, e quella del tuo piccolo che vanno a braccetto.
Non perdere te stessa e ritagliati il tempo per la cura della tua persona coltivando i tuoi interessi e scoprendone di nuovi. Alimentati bene, facendo un pieno giornaliero di vitamine, sali minerali e soprattutto Omega 3. Fai una moderata attività fisica. Tutto questo serve a tenere in buona salute il cervello e l’intero organismo. Psiche e soma sono un tutt’uno.
Il cervello nello specifico, secondo la visione psicosomatica, è considerato l’uovo del mondo che partorisce di continuo. Il simbolismo di questo organo è molto profondo e variegato. Esso è come una sorta di seme che germoglia e produce la pianta. Secondo la psicosomatica ogni suo malessere ha a che fare con il mancato rispetto della natura del nostro seme. Secondo gli esperti le cause della depressione post parto, sarebbero diverse.
Il corpo si esprime attraverso la psiche con una serie di sintomi e la psiche parla mediante il soma con un senso di profonda tristezza e afflizione. Quanto più la donna segue un modello che non le appartiene tanto più lo stato depressivo si manifesta in tutta la sua potenza. Ciascuno deve fare ciò che sente e ripeto: non esiste una mamma modello. Ognuna ha le sue caratteristiche che vanno rispettate.
Il naturopata (accanto allo psichiatra e allo psicologo) offre il suo personale contributo volto a ristabilire l’equilibro nella donna sofferente. Lo fa mediante le tecniche di rilassamento, il massaggio, l’aromaterapia, la danzoterapia, la cromoterapia, la digitopressione e operando sullo stile di vita della puerpera. Se soffri di depressione post parto oppure se hai una parente che ne soffre rivolgiti a un medico e cerca un operatore del benessere che possa supportarla o supportarti con tecniche più dolci. Gli oli essenziali più adatti per le forme depressive sono iperico, neroli, petitgrain arancio, arancio dolce, gelsomino e ylang ylang. Anche se ciascuno in base alle sue caratteristiche fisiche ha la propria essenza. Allego un intervento del dottor Raffaele Morelli sulla depressione. (Articolo della dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista)