Prerogativa imprescindibile che deve possedere un cosmetico per essere messo in commercio è l’assenza di carica microbica. A tal fine, oltre ad eseguire quelle che vengono definite GMP (Good Manufacturing Practice), ovvero pratiche di buona fabbricazione, si ricorre all’uso di agenti preservanti, questi garantiscono la sicurezza all’uso del prodotto inibendo la proliferazione di muffe e batteri e garantiscono che le proprietà organolettiche del prodotto rimangano inalterate nel tempo, ma ancor di più, evitano l’insorgere di sgradevoli fenomeni di contaminazione successivi all’utilizzo e rischiosi per la salute del consumatore. Tra gli agenti preservanti, oltre ai parabeni, c’è l’imidazolidinyl urea, uno dei conservanti più utilizzati e più discussi, spesso causa di sensibilizzazioni cutanee. Ed è per questo motivo che, per evitare che venga per lungo tempo a contatto con la pelle, viene usato prevalentemente nei prodotti cosmetici a risciacquo.
L’imidazolidinyl urea è il prodotto di reazione tra due molecole di allantoina e tre molecole di formaldeide e si presenta sotto forma di polvere microcristallina di colore bianca, idrosolubile ed igroscopica, il cui pH in soluzione acquosa all’1 per cento è compreso tra 6-7,5. In cosmesi viene utilizzato in funzione di conservante primario in quanto svolge specifica azione su batteri e lieviti grazie alla sua capacità di liberare formaldeide, vera responsabile delle irritazioni cutanee e ormai da tempo ritenuta cancerogena per l’uomo. La legge n. 713/86, che regola la produzione e la commercializzazione dei prodotti cosmetici in Italia, è molto chiara e molto severa per quello che concerne l’uso della formaldeide, questo infatti è consentito esclusivamente alla concentrazione massima dello 0,2 per cento in tutti i cosmetici e dello 0,1 per cento nei prodotti per l’igiene orale, sia che si tratti della sostanza pura che del derivato da succedanei, ovvero quelle sostanze che, come imidazolidinyl urea, sono in grado di cedere formaldeide. Entro questi limiti la formaldeide viene ritenuta “sicura per la maggior parte dei consumatori”. Nel 2008 è stata fatta un’eccezione riguardo ai limiti delle concentrazioni di utilizzo negli gli smalti indurenti, in questi cosmetici infatti la concentrazione massima di utilizzo sale al 5 per cento.
Per i cosiddetti succedanei non vi sono invece limiti previsti per legge e a tutela del consumatore vi è la garanzia dell’obbligo da parte dei produttori di utilizzare concentrazioni di succedanei tali che le concentrazioni di formaldeide da essi liberati non superino i limiti consentiti dalla legge e non ultimo l’obbligo di elencare in etichetta i conservanti utilizzati, così come tutti gli altri ingredienti. Ora, nonostante il quadro normativo europeo sia in grado di fornire un’adeguata sicurezza nei confronti di questa sostanza e nonostante la sorveglianza da parte degli organi territoriali competenti, come le ASL e i NAS, siano costanti, il rischio per il consumatore è rappresentato soprattutto dai prodotti provenienti da paesi extra EU, primi fra tutti la Cina, le cui normative al riguardo non sono così severe.
L’attenzione rivolta in questi anni nei confronti della formaldeide è dovuta alla sua ubiquitarietà, essa infatti, viene utilizzata in vari settori industriali, soprattutto nella produzione di resine e materie plastiche. Chi, ad esempio, andando ad acquistare un mobile non ha sentito parlare di “emissione di formaldeide”? Essa è molto usata nell’industria del mobile, in particolare nei pannelli, per ottenere il processo di nobilitazione, essa però può venire a formarsi anche attraverso reazioni fitochimiche a carico dello smog. È evidente, quindi che il problema legato alla presenza della formaldeide è un problema che non riguarda solo il settore cosmetico ma coinvolge numerosi settori, tuttavia all’ambito cosmetico va rivolta una particolare attenzione in quanto, sebbene le concentrazioni di conservanti cessori di formaldeide siano bassissime, l’uso che si fa di molti prodotti cosmetici in cui questi sono presenti è frequente e quotidiano.
Nel 2004 la formaldeide era classificata come “probabile cancerogeno per l’uomo”, successivamente gli studi condotti su di essa hanno indotto l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro a rivedere la sua classificazione ed ad inserirla nella categoria “cancerogena per l’uomo”, classe 1 IARC. In particolare l’inalazione della formaldeide è causa di tumori naso-faringei, del tumore ai seni nasali e sembra sia anche coinvolta nello sviluppo delle leucemie. Questa molecola è in grado, come già accennato, di provocare anche a bassissime concentrazioni reazioni ritardate di ipersensibilità che si manifestano con dermatiti da contatto e reazioni allergiche successive all’utilizzo.
Ma quali sono le azioni svolte dalla formaldeide nel nostro organismo? La formaldeide di origine endogena è un metabolita essenziale per la biosintesi degli aminoacidi e delle basi azotate che vanno a costituire il DNA, quindi la sua presenza nell’organismo umano è fondamentale. Di contro la formaldeide di origine esogena tende ad accumularsi a livello dei tessuti delle vie respiratorie superiori causando delle alterazioni a livello cellulare, infatti ossidandosi a formato ed ad anidride carbonica si inserisce nelle vie biosintetiche delle macromolecole portando alla formazione di complessi DNA-proteine, normalmente non presenti a livello cellulare, inoltre provoca danni al DNA, e questi sono entrambi processi che svolgono un ruolo determinante nella cancerogenesi.
Al momento i succedanei della formaldeide così come i parabeni sono gli agenti preservanti più utilizzati, tra essi abbiamo l’imidazolidinil urea e la diazolidinil urea, ampiamente diffusi nelle formulazioni cosmetiche in quanto hanno un’elevata solubilità, ma è proprio a contatto con l’acqua purtroppo che rilasciano formaldeide; altre sostanze in grado di rilasciare formaldeide sono il sodio idrossimetilglicinato, la glicina ed il benzilemiformale. In definitiva la normativa vigente sui limiti d’uso di questi conservanti è severa e viene prevalentemente osservata, se però siete soggetti con una pelle molto sensibile il mio consiglio è quello di limitare l’utilizzo di prodotti cosmetici non a risciacquo contenenti questi conservanti e nel caso in cui siate tentati dall’acquistare cosmetici prodotti da paesi Extra EU come sempre siate consumatori consapevoli quindi occhio all’etichetta.
Doralda Petrillo