L’intestino, insieme al fegato, è stato uno degli organi meno considerati dalla Medicina occidentale fino a quando non se ne è compresa davvero l’importanza tanto che viene definito oggi il nostro secondo cervello confermando quanto la psicosomatica sosteneva da anni come del resto anche la Medicina Tradizionale Cinese che dà grande rilevanza all’intestino tenue (deputato all’assorbimento) tanto da collegarlo al cuore, al movimento fuoco, ai vasi sanguigni e all’estate, mentre l’intestino crasso (incaricato di eliminare le scorie) è legato all’elemento metallo, ai polmoni, alla pelle e alla stagione autunnale.
Nel libro L’intestino felice di Giulia Enders (Sorzogno) si legge: “Se vedessimo più di quel che è visibile, potremmo anche osservare come un ammasso di cellule nella pancia si trasformi in un essere umano. (…) Il canale intestinale organizza tutto il nostro mondo interno (…)”. Ma nella stragrande maggioranza delle persone questo organo crea ancora un certo imbarazzo ed è proprio in questa sensazione socioculturale che possono letti la maggior parte dei malesseri intestinali in chiave simbolica e psicosomatica. Mi spiego meglio.
Intestino e cervello comunicano costantemente mediante il cosiddetto nervo vago. A livello intestinale si trovano oltre un milione di neuroni che costituiscono il sistema nervoso enterico, il quale comunica con il sistema nervoso centrale proprio tramite il nervo vago che attraversa il diaframma, passa tra i polmoni e il cuore, e prosegue per il tratto superiore dell’esofago, supera il collo e raggiunge il cervello, il quale è isolato e protetto ed ha la necessità di ricevere preziosi informazioni da quell’organo che più di tutti conosce e intercetta tutto ciò che arriva dall’esterno.
Ora un intestino indisposto può influenzare i nostri stati d’animo, portando alla depressione, all’ansia, allo stress. Di conseguenza anche pensieri ed emozioni possono condizionare l’organo più lungo del nostro organismo. Bisogna poi tener presente che il 95 per cento della serotonina (importante neurotrasmettitore, noto come l’ormone del buon umore) si trova nell’intestino. Entrambi gli organi dopotutto si somigliano sia nell’aspetto e sia nelle funzioni perché il cervello assorbe stimoli ed impressioni dall’esterno, ne trattiene una parte sotto forma di memoria e di esperienze ed elimina la restante parte attraverso i sogni e i pensieri di scarto.
L’intestino allo stesso modo assorbe le sostanze essenziali ed elimina ciò che non serve mediante le feci. Ora potremmo dire che l’intestino è la sede degli istinti (cioè di quelle cose che la nostra società si sforza di eliminare o di ignorare con grandi ripercussioni a livello collettivo perché tutto ciò che allontaniamo con la forza si ritorce contro di noi) e di una creatività rudimentale che coinvolge poco la coscienza.
Mi piace pensare all’intestino come all’inferno dantesco, cioè al mondo della materia. Ed è per questo che molte delle patologie intestinali in psicosomatica sono collegate alla rimozione di istinti, pensieri e pulsioni scomode dovute a una morale troppo rigida e giudicante. Tenere l’intestino in buona salute è dunque fondamentale per stare bene a livello globale e lo si può fare con un approccio integrato attraverso l’alimentazione, la meditazione e il movimento. Ti allego un video del dottor Vittorio Caprioglio che parla della Colite e degli istinti rimossi.
Dott.ssa Maria Ianniciello, naturopata e giornalista pubblicista
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