Sarà pur vero che “se la moda fosse una cosa seria – come diceva Luciano de Crescenzo – non cambierebbe tutti gli anni”, eppure è proprio questa una delle sue principali caratteristiche. Cambiare e adattarsi allo spirito del suo tempo, assorbirne le influenze, rappresentare la società in cui si evolve e gli uomini e le donne che ci abitano dentro. “Who is on next?”, il progetto di scouting realizzato da Altaroma assieme a Vogue Italia, pone proprio questo come obiettivo primario: la scoperta dei giovani talenti della moda, di persone che con le loro idee riescono ad interpretare il mondo intorno e a dare delle cose una visione nuova, spunti provocatori e originali, un quadro d’insieme rappresentato e declinato in mille possibili modi. Quest’anno, l’evento modaiolo che il Financial Times ha definito come uno dei dieci fashion prizes più importanti del mondo, festeggia la decima edizione e per l’occasione il comune di Roma, assieme all’Assessorato alla Cultura Capitolino e a Zètema Progetto Cultura, ha organizzato una mostra nello splendido Palazzo Braschi, a due passi da piazza Navona, in cui vengono esposte le creazioni d’esordio e quelle attuali dei 45 artisti-designer partecipanti. Un percorso affascinante attraverso una produzione eccessiva e classica, aggressiva e grottesca, spesso ai limiti del kitsch, ma che di sicuro non può lasciare indifferenti.
In fondo “la moda non è arte, ma per fare vestiti bisogna essere artisti”, diceva Yves Saint Laurent. E le creazioni di Albino, Greta Boldini, Esme Vie, Marta Ferri, Stella Jean, Sara Lanzi e tutti gli altri stilisti presenti nel museo lo dimostrano: borse simili a quadri astratti, abiti che esprimono irrequietezza e oscurità, scarpe futuristiche oppure dal sapore antico, contaminate da richiami all’infanzia e al gioco. E poi gioielli, copricapi elegantissimi, accessori raffinati e disturbanti allo stesso tempo. “Who is on next?”, dal 2005 a oggi, ha consegnato al mondo della moda oltre 100 designer, talenti che si sono fatti largo a suon di trovate geniali, giovani promesse che negli anni si sono trasformate in nomi e brand famosi in tutto il mondo. Palazzo Braschi li celebra fino all’11 settembre. Così in mezzo a quadri e sculture che raffigurano papi e nobili, medaglieri, arazzi, specchi e ceramiche del XVIII secolo, Roma è pronta a omaggiare e contagiare di nuovo il mondo della moda con una mostra che riassume nelle stanze del museo capitolino dieci anni di intensa attività creativa. Perché “la moda, dopo tutto – diceva George Bernand Shaw -, è soltanto un’epidemia creata ad arte”.
Paolo Gresta