Il 30 ottobre 2014 al Cinema esce Dracula Untold, diretto da Gary Shore, con Luke Evans nel ruolo del conte Dracula. Il mito del vampiro più famoso al mondo ritorna dunque sul grande schermo, esattamente 117 anni dopo l’uscita del romanzo di Bram Stoker, il padre di Dracula. La leggenda dei vampiri si perde nella notte dei tempi. Si tratta in particolare di una creatura misteriosa che si nutre del sangue dei vivi; un non morto insomma; una strana presenza che ritroviamo in tutte le epoche e nelle culture di molti Paesi, addirittura in alcune località dell’Africa e in Cina, ma anche nell’Italia meridionale. In Irpinia (oltre alle famose streghe della vicina Benevento) per esempio si racconta di uno strano folletto che soleva fare scherzi ai vivi durante la notte e che, pur non nutrendosi del loro sangue, paralizzava i malcapitati nel sonno. Era un essere burlesco che, nonostante non avesse le caratteristiche dei vampiri, secondo i racconti popolari spaventava le sue vittime, proprio come i non morti. Il mito del vampiro si è diffuso però in tutta Europa, in particolare in Inghilterra, nella prima metà del 1700. Tommaso Braccini nel saggio “Prima di Dracula. Archeologia del vampiro” (Il Mulino, euro 15,30) scrive che il celebre botanico francese Joseph Pitton de Tournefort nel corso di un lungo viaggio in Oriente vide cose inimmaginabili, che poi egli descrisse in un racconto, pubblicato postumo nel 1717 e ambientato sull’isola di Mykonos dove si diceva che uno spirito fosse uscito dalla tomba e creava panico tra i contadini, che in preda all’isteria arrivarono a bruciare i resti del cadavere, dopo avergli estirpato il cuore dal petto.
«(…) Decine di film e romanzi, in primis Dracula di Bram Stoker, infatti, hanno trasmesso all’Occidente lo stereotipo del vampiro come originario della Transilvania o comunque dell’Europa centrorientale (…). Quest’immagine, però, deriva da una serie ben precisa di coincidenze storiche, piuttosto che da una realtà folkloristica (…)», sostiene Braccini, il quale precisa che tutto ebbe inizio con la Pace di Passarowitz, con cui l’Austria ebbe il controllo su parte della Serbia, e in particolare con l’anno dei vampiri, cioè il 1732, quando fu divulgato il Visum et repertum, un documento medico, nel quale si faceva riferimento a cadaveri trovati in «condizione di sorprendente integrità», che poi furono decapitati e bruciati per precauzione. La leggenda dei non morti trovò terreno fertile nell’Inghilterra Vittoriana – dedita all’occulto, alla pratiche magiche e ammaliata dai romanzi gotici -, cioè il periodo in cui visse Bram Stoker, che però ambientò il suo fortunato romanzo nella Transilvania, in Romania. Il non morto delle millenarie culture popolari si trasformò in un conte romantico, addolorato dal suicidio della moglie.
Affascinato dal macabro, Stoker, definito un uomo privo di umorismo, venne a conoscenza della storia del principe Vlad III di Valacchia (1431-1476), soprannominato appunto Drakul o Dracula, cioè morto, stregone o entità diabolica, che per difendere la Cristianità fu un feroce tiranno. Queste e altre storie, oltre che ipotetiche letture, come la “Carmilla” (1872) di Sheriden Le Fanu e soprattutto “The Vampyre” (1859) di J. W. Polidori, segretario e amico di Lord Byron, probabilmente condizionarono la mente fantasiosa dello scrittore irlandese, al quale hanno fatto riferimento in seguito molti cineasti, spesso con delle vere e proprie alterazioni. Morando Morandini dice che in un secolo sono stati girati più di mille film sui vampiri, di cui sessanta con Dracula al centro, molti di questi sono dei veri e propri horror, altri hanno registro comico-grottesco, come “Per favore… non mordermi il collo”, uscito nel 1967 e diretto da Polanski. La trasposizione cinematografica che però ha avuto più successo è senz’ombra di dubbio “Dracula di Bram Stoker” (1992) di Francis Ford Coppola.
Stefano Leonforte, autore del libro “Bram Stoker’s Dracula. Il conte vampiro secondo Francis Ford Coppola” (Un Mondo a Parte, euro 23), intervistato da Cultura & Culture, afferma che «Dracula è un nobile che seduce e caccia nell’alta società; una figura molto lontana dai non morti del Settecento». Coppola, continua Leonforte, «riprese la struttura epistolare del romanzo di Stoker e tutti i personaggi del libro, del quale sono riportati anche alcuni passi che non erano stati scelti inizialmente nella sceneggiatura». Tuttavia la pellicola si differenzia dal romanzo: «Il film segue un filone romantico, con la reincarnazione della sposa di Dracula che nella versione di Stoker non c’è. Lo stesso conte nel libro è molto più perfido», precisa Leonforte definendo la pellicola di Coppola «barocca», perché con i rimandi al simbolismo e all’arte impressionista essa è molto ricca.
Dracula, dunque, continua a “mietere vittime” nella settima arte che cerca di soddisfare il pubblico, soprattutto adolescenziale. Il vampiro (non solo Dracula) piace ai giovanissimi, come dimostra il successo di Twilight. Ma perché?
Stephen King nel saggio “Danse Macabre” (Sperling & Kupfer, euro 14,98) sostiene che nel conte della Transilvania c’è una forte componente sessuale, «un’oralità infantile». Secondo il re dell’horror, quest’atteggiamento sfuggente verso il sesso «è forse uno dei motivi per cui il vampiro è stato sempre popolare tra gli adolescenti che stanno cercando di padroneggiare la propria sessualità».
Il conte rappresenta tuttavia il lato oscuro dell’essere umano. «(…) Orrore, terrore, paura e panico: sono le emozioni che fanno nascere la discordia noi, ci escludono dalla folla e ci rendono soli (…)», scrive Stephen King. Si usa il terrore per esorcizzare la paura che attira il lettore o lo spettatore come una calamita. E il sangue? Nelle antiche tradizioni esso era l’essenza della vita, come si denota anche nella Bibbia, e per questo il vampiro si nutre del sangue delle sue vittime, ammaliandole.
Insomma, il conte Dracula resiste al passare delle mode perché, nonostante i tempi che cambiano, continua a rispondere ai bisogni d’intere generazioni. E adesso non ci resta che attendere l’uscita del film Dracula Untold. Successo o flop? Staremo a vedere!
Maria Ianniciello
Trailer del film Dracula Untold