Intervista a Giovanni Allevi sul nuovo album “Love”. Abbiamo incontrato il compositore e pianista a Bologna.
E’ semplicemente straordinaria l’atmosfera che riesce a creare con il suo pubblico. Giovanni Allevi è un talento a 360 gradi: un vero genio contemporaneo non soltanto come pianista e compositore ma anche sul piano del carisma e della simpatia. L’incontro nella centralissima libreria Feltrinelli di Bologna è una piccola festa, l’occasione per parlare del suo nuovo album “Love”, registrato nei celebri Abbey Road Studios londinesi, ma anche di tanto altro.
Le sue parole, la sua voce inconfondibile, i suoi capelli, i suoi sorrisi, il suo garbo sono una calamita potentissima per tutti.
«Ho sentito fortemente dentro di me l’esigenza di dare a questo nuovo album la sfumatura dell’amore – spiega subito l’artista ascolano – perché ho considerato che l’amore sarebbe diventato il centro della mia indagine, insomma la mia ragione di vita e soprattutto la grande esigenza collettiva, perché tutti adesso siamo spaventati dalle grandi manifestazioni di odio, dovute spesso a ragioni ideologiche. Vedo un grande bisogno di tornare all’essenza della nostra esistenza che è l’amore. Ma questo sentimento è anche l’essenza della musica, perché fare musica significa darsi ma condividere la propria anima con il mondo. Questo è il dono che ricevo dal mio pubblico, perché permette alla mia anima tormentata di poter continuare ad esprimersi». Ma il bello arriva anche dalle domande dei numerosi ammiratori presenti in sala e provenienti da più parti. Così Giovanni Allevi, a a proposito del suo nuovo album, si sofferma sull’importanza del pianoforte: «E`un mezzo attraverso cui la mia anima si esprime e può condividere le proprie emozioni con la collettività».
Poi, spiega che cosa significhi essere un’anima tormentata: «Nel momento in cui questo tipo di anime prendono il pennello su una tela disegnano cose meravigliose o se prendono una penna scrivono cose incredibili o compongono una musica sublime. Deve esserci questo buio nell’anima per andare a cercare una luce».
Non manca una parentesi dedicata alla sua terra: «Sono molto legato, ci vado pochissimo perchè gli eventi non me lo permettono. Ascoli Piceno è una città piccola, di una bellezza straordinaria e quindi c’è sempre stato questa voglia di volerci tornare ma nello stesso tempo sentire l’esigenza di voler andar via», dice.
Ma l’ovazione più grande arriva quando risponde ad Alessandro, dodicenne, pianista che chiede il perchè un aspirante artista debba oggi essere considerato uno ‘sfigato’ dai suoi pari età: «Una volta – spiega dolcemente Allevi – una ragazzina mi disse le stesse parole ed io le risposi: ‘Solo chi sta da una parte e si sente uno sfigato sarà in grado un giorno di indicare una strada a molti. Non è quello che che va in mezzo alle pecore che indica la strada ma è quello che prende una strada differente’. Un giorno ti accorgerai che questo tuo sentimento sarà la tua forza perchè stai guardando il mondo da un pnto di vista diverso rispetto a quello di tutti gli altri. Da sfigato sei diventato il mito assoluto della serata».
Allevi i suoi ammiratori hanno condiviso alcuni momenti durante la registrazione del suo ultimo disco. Che tipo di esperienza è stata?
Un momento molto bello ed intenso, un vero regalo che mi sono fatto. Li ho voluti portare in studio di registrazione, anche perchè è un luogo che se vogliamo, ha degli elementi asfittici, è anche asettico essere di fronte a dei microfoni mi crea soggezione. Ho così voluto portare vicino a me del calore umano e non c’erano persone migliori per aiutarmi che loro, che mi seguono da così tanto tempo.
Durante le interviste che ha rilasciato nell’ultimo periodo ha nominato spesso il Papa. Cosa rappresenta per lei questa figura oggi?
Un potente della terra che si è messo sullo stesso livello delle persone comuni e questo è un gesto assolutamente inaspettato che ha regalato a me e non solo, un grande sollievo. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e incontrarlo anche per pochi secondi e ho visto nel suo sguardo e nel suo sorriso tutta la dolcezza che lo contraddistingue.
Nei prossimi giorni sarà ospite a Sanremo e intanto ha fatto parte della commissione selezionatrice delle nuove proposte. Cosa l’ha colpita di questi giovani artisti?
Stiamo vivendo un’epoca piena di grandi tensioni e di difficoltà a livello socio-economico e delle relazioni umane. Questi ragazzi si sono presentati al Festival con qualcosa da dire, con la capacità di raccontare il presente, un presente inedito, difficile, che li ha coinvolti a livello viscerale ma che sicuramente è stato per loro, un terreno fertilissimo, affinchè potessero sviluppare una forma d’arte sincera.
Ormai è un personaggio più che planetario, addirittura la Nasa le ha dedicato un asteroide…
Ogni volta resto sorpreso di fronte alle manifestazioni d’affetto, sia che vengano dai miei fans sia da un’istituzione così importante che ha portato a compimento la mia beatificazione stellare (sorriso immancabile mentre spiega il concetto), detta con molta umiltà e con simpatia. Li ringrazio davvero per questa dedica.
Emilio Buttaro