Iaia Forte, attrice di spicco del nostro teatro e del cinema (tra i più recenti film Il giovane favoloso e La grande bellezza) torna a Roma, al Teatro Piccolo Eliseo, con Hanno tutti ragione, tratto dal romanzo di Paolo Sorrentino ed inaugura la riapertura dello storico teatro romano. L’abbiamo raggiunta per i nostri lettori.
Iaia Forte, tanti anni di teatro e di cinema, riconoscimenti e premi. Ora debutta come primo spettacolo in occasione della riapertura del Piccolo Eliseo di Roma (dal 7 ottobre al 1 novembre 2015) con Hanno tutti ragione di Paolo Sorrentino. Ma si emoziona ancora?
Sì… sì, sempre! Naturalmente si ha più controllo, ma l’emozione è sempre presente.
Iaia, chi è Tony Pagoda, il personaggio di questa storia? Cosa rappresenta?
Pagoda è un personaggio molto italiano, molto maschio, ma molto sui generis. E’ un cantante anni ‘70 abbastanza dissoluto. Trovo che Sorrentino abbia una bellissima lingua e questo personaggio mi è molto simpatico perché nel suo essere ha un romanticismo che comunque mi seduce e anche il suo cinismo, il suo ipermachismo mi sono molto simpatici. Un tipo “vintage”. La cosa insolita è che a interpretare un tipo così sia una donna.
Mi sono sempre chiesto perché una donna interpreti un personaggio maschio così fortemente caratterizzato.
Ma guardi, siamo così viziati dall’iperrealismo della televisione che, grazie a Dio, in teatro si può ancora essere ciò che non si è nella vita. Così come un’attrice può interpretare una prostituta o una monaca, così può interpretare anche un uomo. Vivaddio, è ancora un luogo dove si può essere altro da ciò che si è. Questa è la ragione, per rispondere alla sua domanda.
E’ un po’ di tempo che portate nei teatri questo spettacolo, vero?
Sì, lo abbiamo fatto a New York, Chicago, Detroit, Shangai, a Washington, ha sempre avuto un bel successo di pubblico e critica. E` piaciuto molto ai giovani, e questo mi dà molta soddisfazione. Mi diverto molto con “Hanno tutti ragione”.
Lei è anche regista, in questo caso. Rispetto al romanzo di Sorrentino, su cosa avete lavorato maggiormente, su quale aspetto?
Abbiamo lavorato, naturalmente, su una drammaturgia che comprende un po’ tutto il romanzo, ma il primo capitolo che è la storia del concerto che Tony Pagoda va a fare a New York, al Radio City Music Hall, è quello da cui lo spettacolo trae più ispirazione.
Iaia, prima Lei ha citato alcuni dei Paesi in cui siete stati con questo spettacolo. Qual è il pubblico che l’ha sorpresa di più e perché?
Devo dire che mi ha entusiasmato il pubblico di New York e di Detroit, forse perché c’erano diversi italoamericani, tra cui persone eccellenti come Antonio Monda (scrittore, ndr), Francesco Clemente (pittore, ndr) che hanno assistito allo spettacolo, comunque un pubblico che si è sbellicato dalle risate! E’ stato un piacere lavorare lì.
Da donna, cosa ha trasmesso Iaia Forte al personaggio Tony Pagoda e cosa ha invece assorbito da lui?
Dunque…io a Pagoda credo di aver dato una dimensione di fragilità e di, appunto, femminilità, interessante da innestare in un personaggio che in realtà finge di essere così maschile. E lui mi ha dato un gran divertimento cinico, perché il suo sarcasmo è esemplare. Uso a volte delle sue battute, mi ha insegnato un modo di essere sarcastici e ironici davanti alle cose della vita.
Ho letto una sua recente intervista, dove Lei ha fatto delle dichiarazioni sulle differenze di cultura teatrale, in particolare tra Roma e Milano. Ora inaugura il nuovo corso di un importante teatro come il Piccolo Eliseo qui a Roma. Secondo Lei, quale strada bisogna percorrere in questa città per riportare in auge il teatro di qualità?
Allora, mi lasci dire che sono orgogliosa di partecipare alla riapertura di un teatro, perché dove si apre un teatro c’è civiltà! I teatri sono segni di civiltà. Quando si apre un teatro, bisogna essere tutti allegri. Per rispondere alla sua domanda, Roma non ha avuto il Piccolo Teatro di Milano. Non ha il pubblico che ha Milano. Le proposte teatrali a Roma sono così eterogenee, molto spesso si fa un teatro “paratelevisivo”, per cui naturalmente c’è un pubblico più confuso e meno abituato a vedere un certo tipo di spettacoli. Sono grata a Barbareschi (direttore artistico del Teatro Eliseo, ndr) di avermi dato questa opportunità di partecipare alla riapertura, e le dico che merita tutto il rispetto possibile, perché un uomo che investe quattro milioni di euro per rimettere a nuovo e riaprire due teatri, merita solo grande rispetto! E questo gli permette anche di essere una persona libera, perché riguardo a delle logiche che spesso sono politiche, o di scambi, il fatto di aver investito soldi suoi gli ha permesso di scegliere le cose che veramente voleva. Quindi mi auguro che possa fare delle stagioni e un lavoro anche per educare il pubblico a vedere un certo tipo di teatro, così come il Piccolo ha fatto a Milano.
Iaia, dopo il Piccolo Eliseo è prevista una tournée di Hanno tutti ragione, vero?
Sì, sì. Saremo in tournée fino al 16 gennaio in tutta Italia, per questa stagione non abbiamo tappe estere. Poi io farò, con Mario Martone, La morte di Danton e la ripresa di Carmen, a Milano e Torino.
Il saluto di Iaia Forte ai lettori di Cultura & Culture