Si contano le ore per la finalissima de Il Catagiro 2016, la kermesse canora che dal 2 al 9 ottobre, animerà la città di Fiuggi. Il festival che è guidato da Enzo de Carlo, come da tradizione, è in cerca di una nuova stella da lanciare nel firmamento della musica leggera italiana. Infatti dopo oltre 100 selezioni svolte in tutto il territorio italiano, Il Cantagiro 2016 arriva alla sua fase conclusiva; spazio dunque alla buona musica, al talento ed alle grandi emozioni. In previsione della finalissima che si svolgerà a Fiuggi, presso il Teatro Comunale, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il direttore artistico de Il Cantagiro che, con un pizzico di emozione, illustra tutte le novità più particolari di questa edizione, senza dimenticare di volgere uno sguardo melanconico ai tempi che furono.
Come procedono i preparativi per l’edizione 2016 de Il Cantagiro?
Tutto procede secondo la nostra tabella di marcia. Proprio in questi giorni abbiamo fatto una piccola scrematura dei ragazzi che potranno accedere alla semi-finale. Ed ora fervono i preparativi per l’ultima serata che radunerà appunto tutti i gruppi ed i cantanti che hanno superato le selezioni. Ci saranno artisti italiani ma anche internazionali.
Enzo De Carlo, ci sono novità rilevanti rispetto alle passate edizioni?
La formula è essenzialmente la stessa, non vogliamo cambiare le nostre tradizioni. Sicuramente c’è più disponibilità da parte dei ragazzi in gara, sono più competitivi e più preparati. È pur vero che continuano a rincorrere un sogno, ma rispetto al passato, noto che quando salgono sul palco sono più sicuri di loro stessi e delle loro capacità. Sarà sicuramente dovuto al fatto che ora, gli artisti di oggi, frequentano scuole di canto, non smettono mai studiare e di spingersi oltre i loro limiti. I brani che presentano al Cantagiro sono inediti, ed alcuni di questi sono anche ben convenzionati, e di conseguenza il nostro compito si fa ancora più arduo. Sono le regole del gioco, purtroppo.
Cosa significa essere alla guida di una rassegna canora così importante che da oltre 50 anni è presente sul territorio?
Per quanto mi riguarda, il Cantagiro, è un festival che regala ogni volta un’emozione diversa. Dagli anni ’60 ad oggi, fin da quando il mio predecessore ha creduto in questo progetto, l’evento ha acquistato autorevolezza arrivando a rappresentare la nostra cultura. È un testimonial importante quindi, sicuramente, portare a termine ogni anno un’edizione significa investire molte energie. Non si può deludere la tradizione de Il Cantagiro, soprattutto perché la manifestazione ha un passato molto importate, tanto da regalare una carriera raggiante ad artisti come Gianni Morandi, Rita Pavone, Lucio Battisti, giusto per citare i più celebri. Le cose sono cambiate, questo è vero, ma crediamo molto nell’importanza di questa kermesse.
Alla luce di tanti eventi a sfondo musicale, come sta succedendo in tv, ci sono difficoltà nel realizzare un evento di questa portata?
E’ un progetto che ha già una sua dignità quindi non si trovano tante difficoltà nel portarlo a termine. Sicuramente sono cambiati i tempi ed i gusti del pubblico. Adesso la nostra intenzione è rivolgerci ai giovani, dare loro la possibilità di mettersi alla prova. Infatti nelle finali fra la giuria ci sono esperti del settore, discografici, musicisti e manager, i quali ascoltando i loro brani inediti, già possono capire se discograficamente il prodotto può vendere oppure no. Abbiamo imposto di presentare solo brani inediti, per poter capire a fondo l’animo dell’artista. E’ sicuramente un qualcosa di diverso dal solito. Alla fine della kermesse poi verrà lanciata sul mercato una compilation, così anche chi non ha passato le selezioni o non è arrivato in finale, avrà una possibilità di essere ascoltato.
Secondo il suo punto di vista Il Cantagiro è una manifestazione necessaria per celebrare la nostra cultura canora?
Sicuramente sì. L’Italia è la patria dei cantanti, dei navigatori e dei poeti, abbiamo la cultura nel DNA e di conseguenza, una manifestazione di questo genere, punta a scovare la persona più brillante la cui musica può essere ascoltata in ogni parte del mondo. Proprio nella sezione internazionale – che si svolgerà il giorno 7 ottobre – ospitiamo talenti che provengono da altri paesi, ad esempio c’è una ragazza che viene dal Canada, con l’intenzione di ampliare gli orizzonti ed esportare la nostra tradizione all’estero. Si crea una sorta di gemellaggio musicale.
Nel corso degli anni c’è stata un’edizione del festival che non dimenticherà?
Nel 2005 sono entrato come direttore del Il Cantagiro e, a dirla tutta, non ho un’edizione preferita, tutte quelle realizzate sotto la mia direzione sono state belle, emozionanti e di spessore, è un continuo crescendo di soddisfazioni. Di conseguenza anche i ragazzi sono molto contenti di poter prendere parte a questa kermesse.
Progetti per il futuro?
Proseguiremo su questa linea, continueremo a realizzare i sogni dei giovani. Senza pindarici, cerchiamo di fare le cose con attenzione, è nelle nostre intenzioni di migliorare anno dopo anno.