Dicono che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Nel caso di Dolcenera, mai frase fu più azzeccata e veritiera. Perché Emanuela Trane non canta solo con il cuore, ma anche con lo sguardo, trasmettendo sempre passione, energia e positività. Dopo il successo dei primi due singoli, “Niente al mondo” e “Accendi lo spirito”, la cantautrice salentina è pronta a lanciare il suo nuovo album (non prima di averci fatto ascoltare un terzo inedito) e, tra un progetto e un videoclip, ci racconta del prossimo festival di Sanremo, del tour, delle lunghe giornate trascorse in studio, ma anche delle emozioni e delle paure che fanno parte del suo essere artista e donna.
Quando potremo salire su #astronavemusica?
Non c’è ancora una data precisa. Il disco è praticamente pronto. Ho lavorato duramente 12-14 ore al giorno, da settembre a marzo, per terminarlo. Quando sarà il momento metterò insieme tutte le canzoni. Voglio far sentire tutte le sfumature e garantire la qualità dell’album.
Parliamo di un concept album?
Se per concept intendi la linea di scrittura e di pensiero, ti rispondo sì. Anzi, ad un certo punto, in studio, ho fatto una battuta dicendo: cavolo, scrivo sempre delle stesse cose da anni! L’album, infatti, ruota intorno a una situazione di precarietà, di incertezza per il futuro, di disequilibrio di un Paese. In esso c’è però tanta voglia di rinnovamento e di ricercare soluzioni per soffrire meno. Cerchi modi per esprimere la tua personalità che, in momenti di crisi generale, dunque sociale, purtroppo viene messa da parte.
“Il sole di domenica”, brano del 2011, descriveva già queste problematiche.
Esprimeva la volontà, la giustizia nel dover manifestare il proprio pensiero anche se diverso da quello di qualcun altro. In “Ci vediamo a casa”, parlavo delle difficoltà di metter su casa e famiglia. In “Niente al mondo” racconto il valore del sogno. Dunque il mio è un percorso iniziato da anni, ma che prende via via forme diverse. “Accendi lo spirito” mi fa dire: ci sarà pure una soluzione, una cura, allo stato d’animo di una persona ansiosa come me, che non riesce a prescindere da uno sguardo sulla realtà?
E l’hai trovata?
Sì! Una soluzione epicurea, cioè: godersela! Nonostante le difficoltà della vita, nonostante la certezza della fine della vita. “Muovi lo scheletro”. Epicuro lo diceva. Ho una concezione rinascimentale della morte e della vita. Non bisogna aver paura della morte. Quando c’è l’una, non c’è l’altra.
Firenze ti ha ispirato?
Lorenzo De Medici e la filosofia. Sono una che legge tanto. Epicuro forse è il più facile dei filosofi. Ho fatto anche il Liceo classico. Il concetto è: non aver paura della morte, dai sempre il meglio. Lo dico soprattutto a me stessa.
Sei grintosa e ottimista. Ti è successo qualcosa di particolare negli ultimi anni?
Passano gli anni e ti convinci sempre più di ciò che scrivi e canti. Sei sempre più coinvolto in ciò che dici e che fai. Sei pregno e consapevole. E vengono meno le formalità nella vita come sul palco.
Formalità tipiche del mondo dello spettacolo.
E’ un aspetto negativo del nostro ambiente. Spesso c’è una patina di sincerità che filtra tutto. Arrivi a un punto nel quale metti una maschera anche tu….non sai più ciò che devi dire e fare. Se stai nello star system te ne accorgi. E’ facile essere presi da un vortice di apparenza.
E’ uno dei motivi per cui non vai più in televisione?
Si è notato?
Ma un talent? Sarai corteggiatissima da questo punto di vista.
Si, ho sentito voci, letto cose in giro (ride,ndr). Scherzi a parte, non so, dipende dal contesto in cui mi trovo, se riesco a trovarmici. Da casa vedi certi programmi impacchettati. Se dentro trovi libertà e il modo per esprimere la tua personalità, ok. Ricordo la mia partecipazione a Music Farm: non ci volevo andare. L’incontro con Magnolia e Simona Ventura è stato tragicomico! Dissi: “Voi volete solo carne da macello da mandar via alle prime puntate!”.
Ricordo che in quel periodo sorridevi poco.
Ero una ragazzina, non parlavo con nessuno. Adesso chiacchiero tanto se mi trovo a mio agio. All’epoca ero chiusa. Ora se risplende la purezza del mio intento, mi va di manifestarlo seriamente. Tutti gli altri lati, ad esempio il gossip, non mi interessano. Infatti sono scappata dalla tv quando sono emersi.
Torniamo a parlare del disco. Come hai fatto a fare tutto da sola?
Quando sei sola, la mole di lavoro è tanta. E’ faticoso stare concentrati tante ore al giorno in studio, tenere a mente tutte le parti degli strumenti, farsi prendere dall’entusiasmo nelle giuste dosi ma al contempo restare vigile, razionale, per capire se le parti musicali sono quelle ottimali per quel punto di quel brano. E’ pesante, avresti bisogno di un appoggio. Ma ero in un momento in cui avevo fatto la pre-produzione del disco a casa, nell’home studio. Da sola. Avevo già le idee chiare. A volte mi viene voglia di modificare qualcosa, ma da brava produttrice dico: no! Fermati!
Come hai lavorato ai suoni?
Volevo un suono internazionale. Ho ascoltato tanta dance, elettronica, più dubster e clubbing. Perché credo che chi fa questo genere di musica, davanti al computer, sia davvero bravo. Mi piace questa ricerca tecnicistica e ho voluto unirla a suoni completamente diversi, primordiali, africani. Ho dato sfogo a tutti i synth.
Ci riprovo: quando esce il disco? Aspetti Sanremo?
Ho due brani pronti, che amo da morire. Hanno personalità fortissime, qualcosa di mai sentito a livello musicale. Sanremo, non so, dipende dall’ ambiente che creerà Carlo Conti. Pezzi belli ne ho. Voglio capire che festival sarà. E poi non dipende tutto da me. Dipende dal messaggio lanciato dal direttore artistico. A Sanremo sono sempre andata non tanto per cercare una vetrina, ma per manifestare una certa caratteristica o un messaggio a cui tengo tanto.
Del prossimo tour che mi dici?
Sul palco sarà un bel casino! Servirà una produzione tosta. Grandi investimenti. Come farò a portarmi in giro tutte le orchestre, oltre quaranta musicisti? Il teatro non credo vada bene come location. Il disco è spinto, energico, power…perché mentre lo scrivevo ero così!
Ma tu sei sempre power!
Beh, ho i miei momenti di malinconia, stati di ansia in cui non ho voglia di fare assolutamente niente.
Cosa ti mette in crisi, come artista e come donna?
I cambiamenti mi fanno tanta paura, anche se sono fautrice dell’evoluzione. E’ un controsenso! Però se una cosa cambia, poi mi ci abituo subito. Odio anche quando mi sento una Ferrari parcheggiata. Quando ho energie da dare ma non trovo i modi per sfogarle. Vale sul lavoro come nella vita di tutti i giorni. Lo so, sono strana! Che ci vuoi fare?
Silvia Marchetti