La Famiglia Fang è uno di quei film che io definisco “tiepidi”. Passatemi il termine. Senza spoilerare, v’illustro con calma i motivi per cui questo lungometraggio non è riuscito a coinvolgermi veramente. A metà strada tra una commedia e un dramma, la pellicola in realtà non decolla. Mai. Il regista, Jason Bademan (qui anche attore protagonista), gira un film paradossale che però non ha in sé quella vena di sarcasmo necessaria a far uscire i personaggi dai loro ruoli nei quali sono incastrati. Infatti, i protagonisti si muovono sul campo d’azione prendendosi forse troppo sul serio, senza mai sdrammatizzare, né far ridere. La finzione rappresenta se stessa ma il dramma non si compie, perché gli attori nonostante la loro bravura non convincono, né toccano alcune corde emozionali. Complice o colpevole una sceneggiatura pastosa, poco scorrevole, che non annoia e nemmeno diverte. Ecco perché per me questo film è “tiepido”.
La Famiglia Fang è intrisa di paradossi. Nel film si riflette sul significato di Arte senza prendere una posizione netta, definitiva; non che questo sia un difetto. Anzi. Penso sia un valore. Capiamo in verità i punti di vista di tutti i membri pur non condividendone sempre le teorie. I coniugi Caleb e Camilla Fang sono solo abbozzati e il profilo, che ne viene fuori, è quello di due attempati che, reduci dal successo ottenuto, sono ormai fuori di testa. Caleb, in particolare, sembra un tiranno che apprezza soltanto la sua arte escludendo tutte le altre espressioni artistiche definite di serie B. I coniugi Fang sono performer che hanno coinvolto, sin da piccoli, i loro figli, Annie (Nicole Kidman) e Baxter (lo stesso Jason Bateman), diventati rispettivamente un’attrice in rovina e uno scrittore che non ha più ispirazione.
Le cose si complicano quando Baxter a causa di un incidente deve chiedere aiuto ai parenti. La Famiglia Fang, quindi, si riunisce. Basato sul romanzo di Kevin Wilson, che è stato pubblicato in Italia da Fazi Editore, il film racconta dunque le peripezie dei due fratelli, che poi dovranno ritrovare i genitori scomparsi nel nulla. Mediante una serie di flash back, per la verità ben costruiti e funzionali alla storia, ci accostiamo in punti di piedi all’infanzia di Annie e Baxter, conoscendo i motivi della ritrosia verso quei bizzarri parenti, dai quali hanno voluto e dovuto prendere le distanze. Le vite dei personaggi principali sono disfatte e rimesse in piedi mediante un percorso esistenziale che però coinvolge poco lo spettatore. Meno incisivo e coinvolgente de La Famiglia Bélier, la pellicola ha alcune sfumature stilistiche de I segreti di Osage County, sebbene se ne discosti per trama e genere. Di seguito il trailer.