Il Liga torna a suonare dal vivo negli stadi, dopo quattro anni di assenza. Ed è, ovviamente, un enorme successo. Ieri sera è partito da Roma il suo Mondovisione Tour, una festa di musica, immagini e colori che il rocker di Correggio ha voluto regalare agli oltre 60mila fan che hanno riempito l’Olimpico. Una tournée speciale, che prevede una serie di concerti in giro per l’Italia, da nord a sud, fino a settembre. Si replica stasera nella capitale, per poi approdare allo Stadio Meazza di Milano il 6 e il 7 giugno. Due date, ovviamente, già sold out da tempo.
Luciano Ligabue ha il rock nelle vene. Da sempre. In oltre 25 anni di carriera non ha mai tradito l’amore per questo genere musicale, quasi fosse una filosofia di vita, una religione. Perché il rock è verità, passione, sudore. Il rock è il mezzo attraverso il quale si racconta, è la lingua universale che raggiunge tutti i cuori, senza incomprensioni. La strada percorsa dal cantante e musicista emiliano è disseminata di record battuti e di brani che lo hanno incoronato re del rock made in Italy, alla pari con l’amico-nemico Vasco Rossi.
Scoperto da Pierangelo Bertoli nel 1988, il giovane Luciano, dopo aver svolto ogni tipo di lavoro dal bracciante agricolo all’operaio, dal conduttore radiofonico al commesso, si dedica completamente alla musica, scrivendo ed interpretando brani con la sua band (Orazero) e partecipando a vari concorsi canori prima nella sua Reggio Emilia e poi in altre parti d’Italia, fino ad approdare nel 1990 al Festivalbar con la bellissima “Balliamo sul mondo”. Nello stesso periodo esce il primo vero album di Luciano, dal titolo “Ligabue”, realizzato insieme alla sua nuova band, i Clan Destino.
La svolta arriva nel 1991, con l’uscita di un nuovo disco di inediti: “Lambrusco, coltelli, rose & popcorn”, che contiene pezzi come “Urlando contro il cielo”, uno dei più amati da fan del Liga e ancora oggi suonatissimo durante i suoi live. L’album ottiene un ottimo riscontro di vendite e di critica. Destino diverso, invece, per il terzo lavoro in studio, “Sopravvissuti e sopravviventi”, ritenuto troppo oscuro e intimista. Il disco non vende molte copie e le radio faticano a trasmetterne i brani. Per il rocker si apre una fase difficile, un periodo (seppur breve) di crisi professionale e personale, che lo porta a rompere con la band e con il produttore Angelo Carrara.
Nel 1994 esce “A che ora è la fine del mondo?”, quarto album della carriera, ma è con “Buon compleanno Elvis, dell’anno successivo, che le cose cambiano. Eccome se cambiano. Ligabue diventa una vera icona rock del panorama musicale italiano e conquista un numero incredibile di nuovi fan, soprattutto giovani che si riconoscono nei brani “american style” e nelle storie di vita raccontate da Luciano. Da “Hai un momento Dio?” a “Vivo Morto o X”, passando per la splendida e sfacciata “Certe Notti”, eletta “miglior canzone italiana degli anni Novanta” e vincitrice della Targa Tenco nel 1995. Il Liga non si ferma e cavalca l’onda del successo che lo travolge. Sforna dischi e pezzi capolavoro, anche se è il live la sua dimensione naturale. Per questo, nel 1996, pubblica “Su e giù da un palco” (1997), doppio disco che comprende registrazioni di brani eseguiti durante i suoi concerti in giro per la Penisola.
Alla fine degli anni Novanta comincia la sua avventura nel mondo del cinema. E’ il 1998 quando dirige il suo primo film, “Radiofreccia” (con protagonista un giovane Stefano Accorsi), firmandone anche la colonna sonora. Il disco contiene hit quali “Ho perso le parole” e “Metti in circolo il tuo amore”, tra le più trasmesse dalle radio italiane. “Miss Mondo”, sesto album del rocker, rappresenta un netto cambiamento a livello musicale. Il disco mostra la voglia di Ligabue di sperimentare nuovi suoni e strumenti, introducendo in alcune tracce archi che ben si sposano a batteria e chitarre. Una svolta che si nota anche a livello testuale: Luciano smette di raccontare storie e comincia ad interrogarsi su ciò che lo circonda, a leggere la realtà e captarne segnali e disillusioni. Piovono premi e performance internazionali (si esibisce a Dublino durante gli MTV Europe Awards) mentre i suoi album sono sempre in vetta alle classifiche italiane (con milioni di copie vendute).
Il nuovo millennio si apre con “Fuori come va?”, lavoro che contiene le hit “Tutti vogliono viaggiare in prima” e “Questa è la mia vita”, brani che trascinano il Liga sul palco del Festivalbar 2002, a ritirare una serie infinta di premi. A seguito del grande successo del tour teatrale, Luciano decide di pubblicare il secondo disco live, “Giro d’Italia”, nel quale ripropone rivisitazioni in chiave semi-acustica di buona parte del repertorio dell’artista, oltre a reading e monologhi. Dopo l’esperienza del Live8, grande evento che si è svolto nel 2005 al Circo Massimo di Roma, Ligabue decide di organizzare un concerto speciale per festeggiare i 15 anni di carriera. Quale posto migliore se non casa sua, l’amata terra emiliana.
Quasi 200mila persone invadono il Campovolo, facendo stabilire il record europeo di presenze ad un concerto a pagamento.
“Nome e Cognome” è l’ottavo album del Liga, ennesimo ritorno a testi più intimisti e ad una scrittura più personale e riflessiva. Con “L’amore conta”, “le donne lo sanno” e “Happy Hour”, il rocker di Correggio conquista il vertice delle chart e altri importanti premi. Successi che lo portano in giro per l’Europa e a pubblicare un Best Of diviso in due parti, “Primo tempo” (2007), seguito da “Secondo tempo” (2008). Con “Arrivederci, Mostro!”, Luciano affronta i fantasmi e le ossessioni che albergano da sempre dentro la sua anima. La sua musica diventa il modo più giusto per esorcizzare la paura e per rendere “i mostri” meno potenti e ingombranti, come lui stesso ha più volte dichiarato.
Dopo aver festeggiato il LigaDay al Campovolo nel 2011 e girato nuovamente l’Italia e l’Europa con diverse date live, Luciano si chiude nuovamente in studio di registrazione per realizzare il suo ultimo album di inediti, “Mondovisione”, uscito alla fine del 2013 e ancora ai vertici delle classifiche dei dischi più venduti. Un lavoro ricco di riflessioni ma anche di poesia e di dediche commoventi, all’amore (è di pochi mesi fa il suo secondo matrimonio), alla famiglia d’origine, alla sua terra ferita dai terremoti del 2012 (per la quale ha raccolto fondi grazie all’evento Italia Loves Emilia) e alla vita vissuta e da vivere, con le sue difficoltà, i pianti, i sorrisi e la voglia di ripartire, che non deve mancare mai.
Silvia Marchetti