Sotto un sole cocente Mark Ruffolo strega il pubblico del Giffoni Experience. Il festival dei giovani giunto quest’anno alla sua edizione numero 45 fa conoscere al pubblico italiano un uomo dal grande appeal, simpatico, acculturato e che non rinnega le sue origini italiane. Mark Ruffalo conosciuto ai più per essere Hulk nel grande franchise degli Avengers, in attesa di vederlo nuovamente sul grande schermo – presto sarà il protagonista di “Spotlight” (film di denuncia sulla pedofilia), l’attore si gode questo momento di successo ed appagamento professionale. «Essere a questo festival che trae forza dai giovani è una grande soddisfazione, ma soprattutto scoprire alcune bellezze nascoste del sud Italia, conoscerne i sapori, usi, costumi e tradizioni, è qualcosa di indescrivibile». Mark Ruffalo vestito con un completo grigio e camicia chiara, con grande maestria, fa conoscere un lato intimistico del suo carattere: «In quel di Sorrento mi è sembrato quasi di tornare bambino quando insieme a mia nonna assaporavo gli odori di un paese splendido. E’ stato quasi un tuffo al cuore tornare in Italia, ed anche se i miei parenti sono emigrati da molti anni, mi sono sentito a casa». Non sono parole lasciate al caso quelle di Mark Ruffalo, tanto è vero che fanno intuire che l’attore è anche un uomo di cultura, legato agli affetti familiari ma a cui piace lavorare e divertirsi nel mondo patinato di Hollywood. «Essere il “nuovo” Hulk mi ha davvero stravolto l’esistenza – in senso buono ovviamente – perché non credevo che prendere parte ad un franchise Marvel potesse coprirmi di notorietà. E’ una sensazione che non si può descrivere. Da fan dei fumetti (da ragazzino divoravo qualsiasi cosa), mi piace particolarmente come il cinema si sta approcciando a questo universo dal grande appeal. Ogni lungometraggio viene costruito secondo i gusti del pubblico, volendo strafare ma senza osare fino in fondo. Il mio è un super-eroe con i piedi per terra, intelligente e simpatico – cosa che in realtà Bruce Banner non è – ma sta proprio nei piccoli accorgimenti la grande forza dei cinecomics». Mark Ruffalo è un uomo che pensa sempre e comunque al suo futuro cinematografico: «Non so cosa succederà ad Hulk ma posso dire che se è in progetto un film sul mio personaggio sarei contento di prenderne parte. Ma prima di pensare al terzo The Avengers mi sto dedicando ad un film molto forte che affronta una tematica sociale per me importantissima. Il lungometraggio su chiama Spotlight, ed io sarò un giornalista di Boston che denuncerà gravi atti di pedofilia. Spero che il pubblico apprezzi molto questo lavoro perché è scritto e girato molto bene, sicuramente la qualità verrà premiata». Grande amante della cucina italiana – adora particolarmente le polpette al sugo e la parmigiana – l’attore si è rivelato un conoscitore del cinema italiano, quello vero, quello intenso che stupisce e colpisce: «Per me Mastroianni è un vero eroe, dalla suo modo di recitare si intuisce una simpatia, una verve immensa, è l’unico attore che riesce a far trasparire tutta la drammaturgia di un opera cinematografica». Cosa rimane quindi dell’incontro con Mark Ruffalo al Giffoni Experience? Un momento di grande ilarità, simpatia e di grande spessore culturale, un amante della musica, estimatore dei musical, ma soprattutto un uomo affascinante capace di sedurre con un solo sguardo.
Carlo Lanna