Monuments Men, la recensione del film di George Clooney

monuments-men locandina“Monuments Men”, diretto da George Clooney, con un cast stellare, è un film che coinvolge poco, e in alcuni momenti annoia. La pellicola, a metà strada tra l’ironico e il drammatico, non convince: troppo artificiosa e patriottica; il ritmo, soprattutto nel primo tempo, è piuttosto lento e anche nei momenti clou e molto drammatici, come la morte di Jean-Claude Clermont (Jean Dujardin), c’è sempre quel fastidioso pizzico d’ironia che non abbandona mai il film, nonostante i temi affrontati, quali l’olocausto (i denti d’oro trovati nella miniera appartenevano agli Ebrei) e la morte di milioni di soldati e di civili. Eppure, questa pellicola un merito ce l’ha, anzi forse più di uno. George Clooney, che interpreta anche il ruolo del tenente e studioso d’arte George Stout, racconta una storia vera, che s’ispira al libro di Robert M. Edsel. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale quando un gruppo di studiosi è chiamato a  proteggere e ritrovare in Europa le opere d’arte rubate dai Nazisti. Tra queste c’è anche la Madonna con il bambino di Michelangelo. I critici, con fucili in spalla, armati di coraggio e soprattutto di passione per quei capolavori, sono pronti a tutto, anche a scontrarsi con l’esercito americano che si mostra, in più di un’occasione, insensibile alla missione dei “Monuments Men” (questo il loro nome). Un’opera vale la vita di una o più persone? Per i “Monuments Men”, la risposta è affermativa, perché per distruggere completamente un popolo bisogna annientare la sua Storia e quindi la sua Cultura, che viene tramandata ai posteri soprattutto mediante l’Arte e i libri. Per questi uomini, i capolavori non avevano un valore economico e solo affettivo, ma erano il viatico per l’evoluzione della nostra specie. Perché un popolo senza passato è privo d’identità!

In un mondo in cui l’Arte è ormai completamente in balia delle leggi di mercato, questa pellicola ha il merito di aver tentato di ridare alla Cultura la sua reale dimensione attraverso una vicenda poco nota. I “Monuments Men” restituivano le opere ai proprietari, mentre altri compivano razzie. Almeno questo è ciò che traspare dal film di Clooney (alla quinta regia), che ha diretto attori del calibro di Matt Damon e Cate Blanchett. In particolare, l’attrice australiana mostra anche in questo ruolo la propria eleganza e raffinatezza, oltre che le straordinarie doti interpretative.

Trailer: http://youtu.be/qP0xQ2ip9Xs

Maria Ianniciello

 

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