Sin dalla sua nascita, il rapporto tra cinema e letteratura è stato inscindibile. Ogni anno decine di romanzi di successo, e non, classici e contemporanei sono scelti per la realizzazione di una trasposizione cinematografica. Il dibattito tra chi preferisce il libro al film è sempre molto acceso. Ci sono esempi di film riusciti, divenuti dei veri e propri cult come Trainspotting di Danny Boyle, basato sull’omonimo romanzo di Irvine Welsh, mentre altri come Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald che, nonostante le tre diverse versioni cinematografiche del 1949, 1974 e del 2013, non riesce a raggiungere mai il fascino delle pagine del narratore americano, continuando a scontentare accaniti lettori e cinefili. A una settimana esatta dall’inizio della Mostra del Cinema di Venezia vale la pena sottolineare come il festival quest’anno abbia un rapporto molto speciale con le lettere. Tra gli italiani è a Mario Martone che spetterà il compito più arduo. Il noto regista napoletano presenterà, infatti, a Venezia Il Giovane Favoloso, ispirato alla vita del grande Giacomo Leopardi, interpretato da Elio Germano. Sarà dunque uno degli attori più bravi del panorama cinematografico italiano a dare vita all’intelligenza ma anche l’estrema sofferenza del letterato più studiato nelle scuole e forse per questo o per la difficoltà della sua poetica il più odiato dagli studenti.
A Pier Paolo Pasolini, che prima di essere un grande regista, è stato un talentuoso scrittore, sarà dedicato uno dei film più controversi della Mostra. Abel Ferrara presenterà, infatti, insieme all’attore protagonista Willem Dafoe, Valerio Mastandrea e il caro Ninetto Davoli, Pasolini, la pellicola che ripercorrerà le ultime fatidiche ventiquattro ore del compianto regista, morto misteriosamente assassinato il 2 novembre del 1975.
Nel concorso ufficiale troviamo Anime Nere, terzo lungometraggio del regista romano Francesco Munzi, un crudo racconto legato alla malavita calabrese tratto dall’omonimo libro di Gioacchino Criaco. Le anime nere sono i ragazzi senza domani, cresciuti in una Calabria, contaminata dalla ‘ndrangheta che non li ha risparmiati. Una storia potente che vede protagonisti tre ragazzi fortemente attaccati alle proprie radici ma anche spietati. “Questo alla fine chiedevamo una vita da umani e non da bestie”, urla il giovane protagonista. Una storia, come ha dichiarato lo stesso regista, volta a sottolineare il dramma di una vita predestinata alla criminalità laddove l’amata “famiglia” costituisce una prigione da cui è difficile trovare scampo. Un’opera di grande intensità che non mancherà di suscitare un’attenta riflessione sul nostro Paese e sulla drammatica situazione del Mezzogiorno d’Italia.
Speriamo non deluda le aspettative. Un altro regista italiano, Saverio Costanzo, porterà in concorso la trasposizione cinematografica del romanzo Il bambino indaco di Marco Franzoso, che ha collaborato anche alla sceneggiatura del film. Oltre a un cast di grande livello capitanato da Adam Driver e dalla nostra Alba Rohrwacher, la pellicola si avvarrà di una storia potentissima e molto toccante, una storia d’amore che vedrà nella nascita di un bambino l’inizio di un incubo senza via di fuga. Da un libro intenso e significativo ci aspettiamo che il talento di Saverio Costanzo possa trovare la sua massima espressione. Il regista romano, figlio d’arte (il padre è Maurizio Costanzo), ha già dimostrato tutta la sua abilità registica nella trasposizione cinematografica de La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, forse persino migliore del libro stesso. Il concorso vedrà infine protagonista Albert Camus, dal cui racconto L’hôte è liberamente tratto il film di David Oelhoffen con protagonista Viggo Mortensen, Loin des Hommes. Ambientata nell’Algeria 1954, la pellicola è incentrata sulla fuga di due uomini in lotta per la libertà.
Nella sezione Orizzonti troveremo Michael Almereyda ed Ethan Hawke nuovamente alle prese con Shakespeare. Dopo il mediocre Hamlet 2000, il regista americano tenterà di ridare vita sul grande schermo a Cimbelino, ovvero una delle commedie più defraudate e vilipese dell’intera produzione shakespeariana. Un’opera che a quanto pare il celebre drammaturgo avrebbe scritto in un periodo di crisi, riciclando gli schemi vincenti del passato e puntando su una trama ricca e intricatissima. Renato De Maria ha invece optato per un racconto scandaloso ovvero La Vita Oscena di Aldo Nove, prodotto dalla moglie Isabella Ferrari. Il libro, in parte autobiografico, racconta la discesa vorticosa di un giovane uomo verso il baratro. Quell’uomo sarà interpretato da Clement Metayer, attore francese sulla cresta dell’onda dopo la brillante performance in Qualcosa nell’aria di Olivier Assayas. Ricchissimo dal punto di vista letterario è il fuori concorso della Mostra che conterà i film ispirati all’ultimo romanzo di Philip Roth, L’umiliazione, la miniserie televisiva targata HBO, Olive Kitteridge e il film d’animazione The Boxtrolls da Here Be Monsters! di Alan Snow. Grande attenzione sarà rivolta al primo che oltre ad essere tratto da un meraviglioso romanzo breve, avrà il privilegio di essere nelle mani di un regista come Barry Levinson e soprattutto un attore protagonista come Al Pacino. L’umiliazione [The Humbling] racconta gli ultimi anni di vita di Simon Axler, uno dei più grandi attori teatrali della sua generazione, offrendo uno sguardo conturbante sull’erotismo senile, la solitudine, la vecchiaia e la morte. Sulla carta, un film che potrebbe garantire ad Al Pacino il suo secondo premio Oscar. Toccherà invece a Lisa Cholodenko (I ragazzi stanno bene) restituire agli spettatori la bellezza delle pagine di Olive Kitteridge di Elizabeth Strout, vincitore del premio Pulitzer 2009. Il libro racconta la storia di una donna che riesce a cogliere i segreti dell’anima degli abitanti del piccolo paesino dove abita ma anche allo stesso tempo vive con cinismo e profonda disillusione la propria vita familiare. Un personaggio femminile di grande spessore che sarà interpretata Frances McDormand in una miniserie che andrà in onda il prossimo autunno su Sky. James Franco si è invece cimentato nuovamente con la difficile prosa di William Faulkner. Dopo il suo esordio sul grande schermo con Mentre Morivo [As I Lay Dying], Franco ha deciso di trasporre il suo capolavoro ovvero L’urlo e il furore. Un “poema sinfonico in quattro tempi”, come lo definì Attilio Bertolucci che ha come protagonista una grande famiglia del Sud americano.
Infine, dopo i promettenti esordi con La bella gente (rimasto inedito in Italia) e Gli Equilibristi, Ivano De Matteo presenterà alle Giornate degli Autori, I nostri ragazzi, liberamente ispirato a La Cena di Herman Koch. Al centro del racconto vi sono due coppie che si incontrano per cena ma che parlano di tutto tranne che dell’argomento che più gli sta caro ovvero il futuro dei loro figli. I ragazzi hanno infatti compiuto un gesto molto grave di cui nessuno sembra in grado di assumersi le responsabilità. Un romanzo ricco di suspense, provocatorio ed emozionante che il regista romano tenterà di rappresentare ricorrendo al talento recitativo di Luigi Lo Cascio, Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Gassman e Barbora Bobulova. Insomma il countdown per l’inizio della Mostra del Cinema di Venezia (27 agosto – 6 settembre) è cominciato e i lettori rivolgeranno un occhio interessato più che mai a ciò che il cinema ha saputo fare delle pagine che loro hanno tanto amato.
Rosa Maiuccaro