“Prima di parlare” è il nuovo album di Nek. Dopo il grande successo del brano sanremese “Fatti avanti amore”, Filippo Neviani pubblica un disco pop-rock coraggioso, contaminato di elettronica e dance. La recensione.
Oggi lo troviamo ai piani alti delle classifiche, sia con il singolo “Fatti avanti amore”, sia con l’album “Prima di parlare”. E non poteva essere altrimenti, dato che Nek è considerato il vincitore morale dell’ultimo Festival di Sanremo. Filippo Neviani, questo il vero nome dell’artista sassolese, ha cambiato completamente registro, pur rimanendo sempre lo stesso cantautore purosangue, amante del rock e dell’elettronica. Nek, 43 anni di cui 22 trascorsi su e giù da un palco, ha da poco dato alle stampe un nuovo disco, undici tracce inedite e una cover di “Se telefonando”, capolavoro di Mina ed Ennio Morricone, che ha riarrangiato e fatto suo, pur rispettandone la natura e il senso profondo.
“Prima di parlare” è un disco elettro-pop-rock, luminoso e sincero, come lo stesso autore ha dichiarato più volte. Lo è perché brilla di luce propria, sprigiona energia e rispecchia l’essenza di Nek, uomo e artista che nel corso degli anni ha compiuto dentro di sé una vera e propria rivoluzione. Il percorso di maturazione professionale ha spinto Filippo ha giocarsi l’asso nella manica e a scoprirsi definitivamente cogliendo l’occasione ghiotta della vetrina sanremese. La vita, con i suoi alti e bassi, lo ha portato inevitabilmente a reagire e a crescere, a comprendere ciò che conta davvero, riversando in musica e parole pensieri e ed emozioni, senza filtri, eliminando così paure e incertezze.
“Prima di parlare” si apre con la titletrack, una canzone accattivante e ipnotica che parla di rancore e di colpe, ma anche di amore profondo e di quotidianità. Già da queste prime battute sonore, ci si rende conto del salto compiuto da Nek, producendo un album in perfetta antitesi con i lavori precedenti, più cupi ed essenziali. Senza troppi giri di parole, Filippo Neviani si confessa a 360 gradi e dialoga con la persona amata: “Siamo un bacio in mezzo all’esplosione, anche il cielo pesa la metà…e tu stringimi prima di parlare, se mi guardi sai la verità”, canta Nek nella prima traccia del disco.
Altro tipo di amore, ma non meno intenso, è quello descritto in “Credere amare resistere”, brano dedicato a Sofia, bambina affetta da una grave malattia degenerativa, e a tutti quei genitori che, nonostante la sofferenza e il peso sul cuore, non rinunciano mai a combattere, a lottare per la libertà di cura. “Come facciamo a non sentire quel grido? Come nascondi il sole dietro a un dito? Giù le mani dagli occhi…che da fare ce n’è”, grida Nek nel brano. Dopo la super hit “Fatti avanti amore”, che ha conquistato il secondo posto alla kermesse ligure, diventando il tormentone radiofonico del momento, ecco “Nati insieme”, pezzo teso, serrato, elettrico. Il testo racconta di un’alba, di una nuova partenza, del sereno dopo la tempesta. Perché quando si trova la persona giusta, ogni giorno diventa speciale per ricostruire e scegliersi di nuovo.
“Quello che non sai” e “Io ricomincerei”, seguono la scia di “Nati insieme”: la prima rivela scomode verità, frasi che tagliano come lame affilate ma che sono necessarie per costruire un futuro e riunire la coppia; la seconda canzone, invece, è un inno all’amore, unico collante che può tenere insieme due persone. “Prima di parlare” prosegue con il grido amaro di “Con le mani chiuse”, tra speranza e rivalsa: “Ognuno stringe la vita che può, sei vivo o no? Sei vivo o no?” chiede Nek nella settima traccia del suo nuovo album.
Si parla anche di amori sbagliati, di legami avvelenati, di quelli che mettono a nudo le nostre difese: in “Fuori pericolo” Filippo Neviani ci suggerisce di chiudere i rapporti nocivi, tossici, di lasciare la mano e di essere chiari prima di tutto con noi stessi, senza cedere alla nostalgia e ai ricordi, ma guardando con responsabilità al nostro oggi e, soprattutto, al domani. Dopo “Invisibile”, nella quale ci si immerge, ad occhi chiusi, nell’incanto e nel mistero della vita, alla scoperta delle cose che realmente contano (che sono quelle che non si possono toccare con mano, come ad esempio la fede in Dio e l’amore per i propri figli), Nek ci regala la splendida “Il tuo vero nome”: “Potrai ricominciare, difenderti e cambiare. Ma l’amore sa il tuo vero nome”.
Il nuovo album di Nek si chiude con una sorta di bilancio personale: “Sono arrivato qui”, infatti, è un modo di tirare le somme dopo aver compiuto un viaggio intenso, ricco di ostacoli ma anche di incontro fortunati e di esperienze incredibili. Nonostante le cadute, le ginocchia sbucciate, il cuore a pezzi, l’anima talvolta annerita dalle delusioni e dalle inutili aspettative, “ho ancora voglia di arrampicarmi sopra al muro, poi fidarmi di qualcuno…di star bene quando è buio”, confessa Nek nel brano. Filippo ha ancora tanta voglia di stupire e di stupirsi, di ballare con la vita, di proseguire il cammino con un po’ di sana follia e di ingenuità. Una scelta coraggiosa e consapevole, come questo disco, in gran parte autobiografico, portavoce di sofferenze reali ma anche di un’energia positiva ritrovata. “Prima di parlare” è un album da ascoltare con attenzione, per captarne le infinite sfumature, sia a livello sonoro, sia testuale. Nek si è divertito a giocare con note e strumenti, volteggiando tra pop, rock e dance, sperimentando con l’elettronica, ma sono i testi ad accendere la curiosità e a stimolare pensieri e riflessioni, oltre a far vibrare l’anima di chi ascolta, semplicemente con la forza dell’amore e dell’ottimismo, merce più unica che rara in questi tempi bui.
Silvia Marchetti