Arisa è la vincitrice della 64esima edizione del Festival di Sanremo.
Viaggiando “Controvento”, come recita la sua bellissima canzone, l’artista lucana ha avuto la meglio su tutti e si è portata a casa una vittoria meritata. Dopo una lunga battaglia a colpi di musica e parole, l’artista 30enne è riuscita ad aggiudicarsi l’ambito premio che rincorreva da tempo (ancora le bruciava quel secondo posto del 2012 con “La notte”, dietro un’agguerritissima Emma Marrone). Il suo percorso, in quest’ultimo festival, è stato lineare, pulito, privo di incertezze. La sua splendida voce ha incantato tutti, senza se e senza ma.
“Controvento”, il brano che l’ha incoronata regina del festival, è un capolavoro di bellezza e di purezza. Il testo, scritto dall’ex fidanzato Giuseppe Anastasi, parla di passione e di importanti promesse fatte alla persona amata: “Io sono qui per ascoltare un sogno, non parlerò, ma ci sarò”. Un messaggio pieno d’amore, di concretezza, di sincerità. Arisa canta con il cuore e al pubblico arrivano immediatamente la sua energia e la sua sensibilità. Come capitò a Marco Mengoni lo scorso anno, Arisa ha aperto e chiuso il festival 2014. Stesso percorso, stesso risultato finale.
Raphael Gualazzi & The Bloody Beetroots si sono piazzati al secondo posto con “Liberi o no”. Anche stavolta l’artista marchigiano non è riuscito a vincere nella categoria Campioni (ci aveva provato anche nella passata edizione piazzandosi soltanto quinto) ma ha dimostrato tutto il suo valore e il talento indiscutibile con un brano elettrizzante e coinvolgente. Un esperimento artistico coraggioso capace di fondere diversi generi musicali. Ad alcuni forse è sembrato un pezzo azzardato e figlio del caos, ma in realtà siamo di fronte ad un progetto molto valido, che va oltre la semplice esperienza sanremese e che avrà uno sbocco internazionale. Gualazzi ha le idee chiare e presto ci farà ascoltare ciò che il suo amore per l’arte, la follia e la sperimentazione ha suggerito, tramite una serie di live e, ci auguriamo, un nuovo album di inediti.
Terzo posto per Renzo Rubino. Il cantautore, rivelazione della 63esima edizione nella categoria Giovani, ha saputo dare un tocco di magia con la sua “Ora”. “Fermati e datti un voto” recita la sua canzone. Un testo molto intenso, che pone quesiti importanti sulla vita a cui è davvero difficile dare risposta. Sul palco dell’Ariston si è vista la passione per il mondo del teatro e la capacità espressiva di Renzo, oltre al talento e all’interpretazione degna di un vero Big della musica.
Cristiano De Andrè, straordinario protagonista di questa edizione della kermesse, ha vinto il Premio della Critica con il brano a cui lui è più legato: “Invisibili”. La stessa canzone, dedicata alla sua Genova e ad un amico scomparso anni fa, si è aggiudicata anche il Premio della Giuria di Qualità.
Premiati, meritatamente, anche i Perturbazione (Premio della Sala Stampa radio, tv e web), ad impreziosire una carriera già ricca di soddisfazioni per la band piemontese.
La serata finale del festival è stata molto piacevole e meno macchinosa delle precedenti. Uno dei momenti più emozionanti, oltre all’annuncio del vincitore, è arrivato con l’esibizione di Luciano Ligabue. Il rocker emiliano ha cantato “Certe notti”, “Il giorno di dolore che uno ha”, “Il sale della terra” e “Per sempre”. Standing ovation e lunghi applausi per uno dei più importanti artisti del panorama musicale italiano. Divertente, in apertura, il siparietto tra Terence Hill e i conduttori Fazio e Littizzetto. Emozionante e di gran classe l’intervento di Claudia Cardinale, per celebrare la bellezza del cinema e la storia dei più grandi registi e attori che il nostro Paese abbia mai avuto.
Originale, a tratti spiazzante, la performance di Stromae, artista belga che, fingendosi ubriaco, a cantato “Formidabile” e stregato la platea dell’Ariston.
Sanremo ora chiude le sue porte. L’appuntamento è al prossimo anno. Con nuove polemiche (quelle, si sa, non mancano mai), diverse emozioni, lunghe attese e, soprattutto, bella musica, l’unica amica che non tradisce mai, capace di mettere tutti d’accordo.
Silvia Marchetti