“Si accettano miracoli”, il nuovo film di Alessandro Siani, è uscito al cinema il 1 gennaio 2015. In questa recensione i motivi per cui vi consigliamo di vederlo.
Ci sono alcune sequenze del film “Pane, amore e fantasia” (1953), con Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica, in cui si grida al miracolo, perché la mamma della Bersagliera ha trovato cinquemila lire nella sua modesta dimora. A metterceli è stato il maresciallo Carotenuto ma la donna pensa subito a una grazia ricevuta dalla Madonna e mobilita così il paesino dell’entroterra abruzzese devastato dai bombardamenti e dai ripetuti terremoti.
L’Italia del dopoguerra aveva fame e sete di miracoli, quelli veri però, tanto che quando il nostro Paese si riprese si parlò di un vero e proprio miracolo economico italiano. Nel 1994 un film di Enrico Oldoini, suddiviso in più episodi, riprende quella locuzione.
Dopo oltre sessant’anni dall’uscita di “Pane, amore e fantasia”, Alessandro Siani porta sul grande schermo “Si accettano miracoli”, una storia dai connotati comici e grotteschi che ricorda, come ha dichiarato lo stesso attore partenopeo, un po’ le atmosfere dei film del già citato Vittorio De Sica che ambientò molte delle sue pellicole a Napoli e lungo la Costiera Amalfitana.
La trama di “Si accettano miracoli”, uscito nelle sale il 1 gennaio 2015, è semplice ma d’effetto perché, mediante aneddoti apparentemente sui generis, si affrontano con leggerezza i problemi attuali, come la crisi economica e la disoccupazione imperante nella Napoli del centro direzionale.
Siani usa le formule della vecchia cinematografia: un parroco, un paesino sul mare, un gruppo di monelli, il giovane che viene dalla città e una dolce storia d’amore.
Fulvio (Alessandro Siani) è un tagliatore di teste che, dopo aver mandato a “casa” tanti impiegati per l’azienda dove lavora, viene egli stesso licenziato ma, quando riceve l’ingrata notizia, picchia il suo capo. Per mettere riparo al folle gesto, Fulvio deve svolgere un mese di servizi sociali da Germano (Fabio De Luigi), il fratello parroco che ha realizzato il suo sogno, cioè quello di aprire una casa per bambini orfani, ma la sua parrocchia versa in condizioni disastrate a causa della crisi che non ha risparmiato nemmeno la Chiesa. Don Germano chiede il miracolo a San Tommaso, patrono del paesino. Siamo in Campania, dove i confini tra il sacro e il profano sono ancora oggi incerti. Il miracolo avviene! Per finta o realtà? Questo dovrete scoprirlo da soli.
La vita degli abitanti del paesino, ubicato sulla Costiera amalfitana, cambia. Fulvio ritrova le sue radici grazie al fratello parroco, che lo accoglie in casa, e alla sorella, interpretata da Serena Autieri. Qui s’innamora di una ragazza bellissima (Ana Caterina Morariu) che, pur avendo perso la vista, ha sviluppato gli altri sensi, soprattutto l’olfatto.
I colori, la trama, le musiche, le scenografie mozzafiato fanno di “Si accettano miracoli” un buon film girato con il cuore. Alessandro Siani ha dimostrato, sin dagli esordi, di avere talento e genio creativo. I successi al box office dopotutto la dicono lunga sulla credibilità di quest’attore e regista che, pur non rinnegando le proprie radici, esce dai confini locali per raccontare una storia nazionale che ci riguarda tutti, come aveva fatto sapientemente con “Benvenuti al Sud” e forse meno bene con “Benvenuti al Nord”.
Questo nuovo film, anche se convince meno dei precedenti, piace perché Alessandro Siani con “Si accettano miracoli” riporta al cinema una fiaba (proprio come aveva fatto con “Il principe abusivo”) che parla agli italiani da Napoli, facendo non ridere a crepapelle ma sorridere con gusto e riflettere.
Trailer: http://youtu.be/auVNxyM2N9o
Maria Ianniciello