“Viva la vida! La pioggia… Sono nata nella pioggia. Sono cresciuta sotto la pioggia. Una pioggia fitta, sottile… una pioggia di lacrime. Una pioggia continua nell’anima e nel corpo. Sono nata con lo scroscio della pioggia battente. Ho imparato nella pioggia a sopravvivere…”
Sono le parole, i versi di Frida (tratti da “Viva la vida!” di Pino Cacucci, Feltrinelli editore), con cui si apre la sua “esistenza” sul palcoscenico del Piccolo Eliseo Patroni Griffi. Dieci quadri della straordinaria artista messicana, dieci storie di donne, dieci scene senza tempo né luogo per attualizzare e rendere presenti le “verità emotive” dipinte sulle sue tele. Nascita è giustamente la prima, visivamente forte, la spinta al diritto di esistere, la donna Grande Madre dell’umanità eppure capace di imprimere ferite incancellabili alle sue stesse creature, se incapace di amarle. La donna-figlia in conflitto con la madre e con il proprio desiderio, negato, di maternità, alle prese con la propria disabilità, la donna umiliata e uccisa, i rapporti saffici, quella travolta da una morbosità che soffoca la vita quanto il talento artistico. E poi il dolore fisico, accettato, vissuto anch’esso come l’amore, insopprimibile, da assaporare non prima né dopo, ma nel presente. Vivere sempre al massimo delle proprie possibilità, ricercare il “bagliore dell’esistenza”, anche quando “la notte si scontra col silenzio”.
In tutte le scene rappresentate, dieci come i quadri proiettati suggestivamente sullo sfondo, si delinea un’immagine universale femminile sì, ma che potrebbe e dovrebbe appartenere a tutti, attuale e variegata, di grande forza e carnalità. Immagine che ben corrisponde alla prepotente personalità dell’artista messicana.
Quel che lascia fortemente perplessi, però, è proprio la realizzazione pratica dell’operazione. Le intenzioni sono certamente lodevoli, originali, ma lo spettacolo non convince, non decolla, risulta addirittura pesante in più frangenti, con una lentezza esasperante. Se le scene possono essere suggestive (ma ci si aspettava molto di più dopo aver ascoltato la presentazione del giorno precedente), e interessante la mescolanza dei generi musicali, quello che ha deluso è stata la parte recitativa, l’impostazione dei dialoghi, tanto pretenziosa quanto controproducente. Aver utilizzato più volte i versi di Frida Kahlo non ha migliorato il risultato, anzi ha contribuito a renderli stucchevoli. Gli stessi interventi del corpo di ballo, non memorabili, durante i cambi scena, nulla aggiungono ad un’opera bella nelle intenzioni, ma fragile all’atto pratico. Dispiace, perché c’era molta attesa per questa pièce e perché le idee del giovane regista e dei suoi coautori avrebbero meritato un altro esito. Non è stato tradito il messaggio, più che mai attuale, delle opere e della vita di Frida Kahlo, ma è innegabile che ci si aspettava molto, ma molto di più. Delusione direttamente proporzionale alle aspettative.
Paolo Leone
Scheda dello spettacolo “Frida Kahlo – il ritratto di una donna”
In scena al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma (via Nazionale 183). Dall’1 al 13 aprile 2014
Regia di Alessandro Prete; aiuto regia: Valentina Morg
Autori: Alessandro Prete, Igor Maltagliati e Luca Setaccioli.
Attori: Alessia Navarro e Alessia Olivetti, Cristina Del Grosso e Claudio Garruba, Ettore Belmondo
Corpo di ballo composto da Marta Mearelli, Ilenia Jodice, Maria Celeste Sammarco, Marco Passarello
Coreografie di Alessandra Bianchini
Costumi di Gisa Rinaldi;
Scenografie di Alessio Brodolini
Sound engineer: Tiziano Stampete
Realizzazioni grafiche di Ince Media.
Light design: Marco Laudando.
Consulenza storica di Silvia Cardi