Tiziano Ferro ha presentato oggi a Milano “TZN – The Best Of Tiziano Ferro”, nuovo progetto discografico ricco di inediti, rarità, duetti e vecchi successi riarrangiati. 61 canzoni che raccontano oltre 17 anni di vita professionale e personale. Ecco cosa ci ha rivelato.
Ci sono cantanti, forse la maggior parte di quelli che le radio passano fino allo sfinimento, che dopo un solo disco inciso e qualche copia venduta si sentono già delle star affermate, guardando colleghi e fan dall’alto al basso, seppur continuino a sostenere di essere le persone umili degli inizi. E poi ce ne sono altri, artisti veri da decine di milioni di album venduti e stadi pieni, che non hanno bisogno di fare i fenomeni per conquistare il cuore del pubblico. Sono professionisti seri, ai quali basta semplicemente il proprio talento ed essere se stessi, anche mostrando fragilità e insicurezze, per risultare credibili e vincenti. Tra questi spicca Tiziano Ferro, che dell’umiltà ha fatto la sua bandiera. Il cantautore di Latina ha presentato il suo ultimo progetto discografico quest’oggi a Milano: si tratta di “TZN -The Best Of Tiziano Ferro” (in uscita domani), un cofanetto che contiene 61 canzoni, tra cui inediti, rarità, duetti, vecchi successi riarrangiati e demo ripescate da cassetti chiusi da tempo. Un lavoro certosino (disponibile in ben quattro versioni) che scavalca la semplice e scontata raccolta di hit e che intende raccontare, a 360 gradi, il mondo di Tiziano. Una scatola della memoria piena di ricordi in musica, una linea temporale ricca di enormi successi, ma anche di tanta gavetta e di momenti di profonda crisi, come lui stesso ci ha raccontato: “Le crisi? Per fortuna ci sono! – confessa il 34enne – Sono momenti difficili ma importanti perché ti aiutano a capire da dove vieni e cosa stai facendo. Le crisi ti permettono di crescere. Sempre”. Tiziano Ferro ricorda alcuni dei momenti più tormentati della sua carriera artistica, soprattutto quella fase in cui non riusciva a sbloccarsi e a trovare la chiave per uscire dalla stanza di insicurezze in cui era rinchiuso per sua stessa volontà. “La mia incertezza è la stessa degli inizi – confessa Tiziano – Ogni giorno, da 17 anni a questa parte, mi chiedo: ma sarà il mio mestiere? Questa è la mia strada? Sto facendo la cosa giusta? Se sì, la sto facendo bene? La mia insicurezza mi fa vivere la musica in modo disincantato. E meno male! Perché solo camminando continuamente sul ciglio del burrone si può migliorare”.
Tiziano Ferro non lo scopriamo oggi. Eppure stupisce continuamente, con quell’aria da bravo ragazzo, il sorriso e l’ironia disarmanti, caratteristiche che lo rendono unico e speciale agli occhi dei fan e non solo. Tiziano si confessa, senza freni e senza timori. Lo fa rivelando, anche e soprattutto attraverso i suoi brani, verità e sentimenti, cadute e ripartenze. “Lo stadio, una delle tracce inedite del Best Of, è stata scritta per sdrammatizzare un sorta di nervosismo positivo che mi ha colpito – spiega l’autore di TZN – Penso che il mestiere di cantante sia bello ma troppo ripetitivo. Fai interviste, dischi, tour in club e poi in palazzetti. Il rischio che si corre è quello di crollare, di cadere in una botola. A me è successo. La canzone parla proprio di questo. Lo stadio richiama l’attenzione, ti fa fare cose in grande. Nel 2011 io non mi sentivo all’altezza, non mi vedevo un artista da stadio. Sono andato subito in crisi quando mi è stato proposto. E poi lo ritenevo uno spazio non aperto al pop, ma solo al rock”. Nel 2012 arriva per Tiziano il primo live all’Olimpico di Roma. Una prova da gigante. “L’ho affrontato con amore, passione e incoscienza. Ho avuto la fortuna del principiante perché è andata bene. Poi Roberto De Luca (Live Nation, ndr) mi ha detto: Bene, preparati. Il prossimo tour sarà tutto negli stadi! Ho cominciato a tremare”.
Un momento di crisi che Tiziano Ferro ha trasformato in una fase di studio e di crescita personale e artistica. “Ho cominciato ad osservare gli altri cantanti. Al Campo Volo, ad esempio, durante Italia Loves Emilia, guardavo continuamente Ligabue. Lo vedevo affrontare con tranquillità oltre 200mila persone. Mi sono chiesto: ma come fa? Poi, sempre su quel palco, ho imparato molto anche da Jovanotti, che correva da una parte all’altra e si divertiva come un pazzo. Due modi diversi di muoversi e di affrontare un concerto coinvolgendo centinaia di migliaia di fan. Sono andato in crisi. Ma è stato importante. Penso che sia utile passare attraverso diversi crolli emotivi per capire chi siamo e poi crescere. Mi sono detto: Tiziano, tocca a te! D’ora in poi sarà il tuo concerto negli stadi”.
Crisi che hanno portato Ferro a scrivere tanti capolavori, tra i quali l’ultimo singolo che ha lanciato TZN – The Best Of Tiziano Ferro: “Senza scappare mai più”. “Un brano nato da una profonda crisi sentimentale – rivela l’artista – Ti guardi allo specchio e rivedi la storia finita. Una storia davvero importante. Il titolo iniziale era “Correrei” perché io tendo all’isolamento fisico quando soffro. Ma non è scappando che risolvi i problemi. Non è con la distanza che ti rialzi. Allora, per evitare di cadere nel trabocchetto, ho cambiato titolo. E’ diventata “Senza scappare mai più”. Ed è, per me, il punto di luce dal quale ripartire”.
Forza d’animo e tanti sacrifici per un cantante generoso, curioso e perfezionista nel lavoro. “Sono un inguaribile insicuro in tutto ciò che faccio. Passo notti intere ad ascoltare i dischi appena incisi per capire come migliorarli. Non solo i miei album, ma anche quelli che produco, come è accaduto con Baby K e Alessandra Amoroso. Ad un certo punto sono diventato io stesso Baby K e Alessandra! (ride, ndr). Lo so, è un tormento continuo, ma sono fatto così”. E proprio perché Tiziano “è fatto così” che noi lo amiamo e lo stimiamo.
Silvia Marchetti