Al centro della trama del film Unbroken la vita di Luois Zamperini.
Nella vita ci sono due possibilità: lottare o soccombere. Vincere o mollare. Le difficoltà ci fanno certamente diventare migliori se affrontate con forza, coraggio, tanta autostima e una buona dose di umiltà ma, come disse qualcuno, sia se decidiamo di annullarci, chinando la testa, sia se scegliamo di persistere abbiamo sempre e comunque ragione. Un esempio di tenacia ci arriva proprio in questi giorni dal grande schermo grazie a una storia dal retrogusto italiano, che però è stata girata da Hollywood. Il film è Unbroken ed è diretto da Angelina Jolie che dimostra di avere talento anche come regista perché attraverso la forza evocativa delle immagini riesce a farci emozionare più di una volta, nonostante qualche lieve sbavatura. La vicenda è quella del campione olimpico e reduce di guerra, Louis Zamperini (Jack O’Connell). La trama di Unbroken s’ispira al romanzo omonimo di Laura Hillenbrand, edito in Italia da Mondadori. Una vicenda realmente accaduta, dunque. Siamo in piena Seconda Guerra Mondiale, Louis Zamperini si trova a bordo di un aereo militare. Comincia così il film di Angelina Jolie, che con una serie di flashback, ben realizzati, ci fa conoscere Louis bambino e adolescente, portandoci quasi per mano nel suo ambiente domestico italoamericano. La pasta fatta in casa da mani allenate e guidate da una mente sapiente, gli insulti e le botte ricevute dagli altri bambini, il desiderio di rivalsa, che nasce nel momento in cui qualcuno dice che «sei solo uno sporco italiano», e poi la rinascita e finalmente la vittoria. Corri ragazzo! Ragazzo corri! Credi nei miracoli! “Oh, ora sto galleggiando così in alto. Fiorisco e muoio (…) A volte le stelle decidono di riflettere i petali nella sporcizia (…) Credete nei miracoli”. Cantano i Coldplay nella meravigliosa colonna sonora di Unbroken, le cui note sembrano a un primo ascolto quasi essere in antinomia con le dure esperienze vissute da Louis Zamperini, la cui vita è tutta un miracolo. L’aereo americano precipita nel Pacifico e Zamperini è superstite insieme ad altri due militari. Dopo 45 giorni in mare, viene fatto prigioniero dai Giapponesi subendo le più atroci torture ed è braccato da un invidioso e codardo carceriere, un criminale di guerra, che, come si evince nel film, riversò tutta la sua rabbia sul tenace Louis, perché la vigliaccheria teme l’audacia e usa il potere per annientarla. Zamperini, che era un uomo buono e compassionevole, aveva la forza di un leone e l’agilità di una gazzella. Il fratello lo sapeva e per questo gli diede la spinta necessaria per raggiungere anche gli obiettivi più ardui mediante quell’energia di base che nella vita ci permette di affrontare qualsiasi prova, anche la più dura. “Tu puoi farcela”, gli diceva. Questo è quanto emerge in Unbroken di Angelina Jolie, che in alcuni momenti ricorda il grande cinema del Clint Eastwood regista e, con le dovute differenze, Le due vie del destino con Colin Firth. Un film che ben documenta le atrocità della guerra, dimostrando che le difficoltà si oltrepassano non tergiversando bensì con decisione. Unbroken soprattutto per questo merita più di un sette.
Maria Ianniciello